La bellezza maschile nella storia


Da sempre l'uomo ha cercato di definire dei canoni di bellezza. Lo scultore greco Policleto di Argo (V secolo a.C.) fu il primo -almeno in base ai dati che abbiamo a disposizione- a definire con chiarezza e rigore scientifico quale dovesse essere il canone di bellezza maschile. Prese le misure di diverse parti del corpo ad un certo numero di uomini, calcolò la misura media di ciascuna parte e le impose tali misure come ideale di bellezza.
Durante il Medioeveo, il corpo maschile non venne valorizzato come in età classica: gli uomini erano soliti coprire il proprio corpo con abbondanti strati di abiti. Gli unici soggetti nudi raffigurati in quest'epoca furono il Cristo in croce e Adamo ed Eva.
Durante il Rinascimento ci fu una riscoperta del corpo, anche se l'arte si concentrò principalmente sulla figura femminile mentre l'uomo venne per lo più rappresentato in maniera realistica.
Attualmente il canone predominante pare essere l'uomo con spalle larghe e fianchi stretti. Alcune culture, però, basano i loro canoni di bellezza sulle dimensioni del pene. Tribù come i Sirionò o gli Husa pensano che i loro genitali debbano essere il più grande possibile. E' curioso il paragone con l'età classica, quando i greci predilivano peni piccoli, considerando quelli grossi una caratteristica degli omosessuali passivi.

Sempre in tema di dimensioni, propongo due curiosi passi di alcuni scritti antichi. Il Kama Sutra suggerisce un metodo per ingrossare il pene (metodi che vi sconsiglio vivamente di non provare!). Il pene va strofinato con peli di determinati insetti che vivono sugli alberi e poi cosparso da unguento fino a quando non si manifesta un gonfiore. A questo punto l'uomo deve sdraiarsi supino e rimanere a letto per dieci giorni facendo pendere il pene da un buco.
L'Annangga Rangga (manuale erotico indù successivo al Kama Sutra) pare sostenere la tesi inversa: sta scritto, infatti, che "l'uomo con il lingga (pene) lungo sarà poverissimo, quello col lingga grosso sarà fortunato, quello con il lingga corto sarà un rajà".
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