Iraq: la caccia ai gay si trasferisce su Internet


Abu Hamizi ha 22 anni e passa sei ora al giorno sta seduto per terra con il suo notebook fra le ginocchia alla ricerca di chat-room gay. Il suo obiettivo, però, non è trovare nuovi amici, ma potenziali vittime.
E' quanto rivela un reportage pubblicato dall'Observer.
«"E' il modo più semplice -dichiara il giovane- per scovare la gente che sta distruggendo l'Islam e vuole rovinare la nostra reputazione, che abbiamo impiegato secoli a costruire«. Abu prende poi un appuntamento con le persone conosciute via Internet, poi li aggredisce e talvolta li uccide.
Si stima che il gruppo al quale appartiene Hamizi, e altri suoi simili, sia responsabile della morte di 130 omosessuali iracheni dall'inizio dell'anno.
L'omosessualità non era un reato durante il regime di Saddam Hussein, ma la violenza contro i gay è aumentata dopo l'invasione del 2003. Secondo un'associazione irachena con base a Londa, sarebbero stati oltre 680 gli omosessuali uccisi dal 2004, 70 solo negli ultimi cinque mesi.
Gli omicidi commessi sono spesso brutali ed accompagnati da torture.
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