Pubblicità omofoba su Facebook: «I gay non sono ammessi»


L'attenzione di molti è capitata oggi su un'inserzione che ha fatto il suo esordio su Facebook. Si tratta della pubblicità della rivista "Da Uomo" che ha pensato bene di titolare la propria inserzione con un "I gay non sono ammessi" che ben si accoppia con il testo sottostante che precisa che si tratta di una rivista "solo per uomini veri".
Alcuni blog e forum, sia etero che gay, hanno reagito commentando tale affermazione. Si va da chi parla di cattivo gusto, chi ha segnalato l'annuncio a Facebook, chi ha sottolineato i numerosi errori ortografici nelle pagine del sito e così via.
In un articolo apparso sul sito in questione (presumibilmente dopo le prime reazioni, anche se non ci è dato di saperlo), il direttore della "rivista" ha pensato bene di pubblicare un articolo dove spiega il perché del suo desiderio di non avere gay fra i suoi lettori (peraltro corredata da un simpatico disegnino con due omini in mutande che secondo loro rappresenterebbero i gay on una bella barra rossa sopra): «Essendo una community, per soli uomini, preferiremmo evitare che individui gay, omosessuali, partecipassero alla vita della nostra rivista, perché molto probabilmente non sarebbero in grado di comprendere il senso di ciò che viene presentato quotidianamente sul nostro sito».
Curioso come i gay siano definiti "individui" e non "persone" e come vi siano i soliti errori grammaticali (dal "perché" scritto con l'accento grave e un uso alquanto curioso delle virgole)... ma andiamo oltre.
Diego Mantegazza aggiunge: «Non vogliamo emarginarli, anzi ci auguriamo che tornino quanto prima "sulla retta via" e che mettano la testa a posto [...] Ci riserviamo di considerare quindi i gay, come individui, che hanno "tradito" il nostro genere sessuale per diventare qualcos'altro, e che volenti o nolenti hanno rovinato l'immagine stessa dell'uomo».
Poi le perle di saggezza ci spiegano come nella sua filosofia sono fatti i veri uomini: «Un uomo eterosessuale, fortunatamente è fiero di essere uomo 365 giorni l'anno, e non ha bisogno di girare in mutande a bordo di camionette sgangherate per comunicare la sua natura. Le loro parate, dovrebbero sostituirle con dei ricoveri di massa dallo psicanalista, o dei cineforum a base di film di Steven Seagal, Marlon Brando, piuttosto che Sylvester Stallone».
La lunga scia di banalità ed offese si conclude con un «per il momento continuiamo a considerarli per quello che ogni giorno dimostrano di essere: volgari, spesso osceni, maleducati, privi di pudore, privi di eleganza, privi di buon gusto, irrispettosi del prossimo, ma soprattutto GAY».
Insomma, una serie di affermazioni banali ed omofobe che per fortuna hanno a che fare solo con certi "individui" (nel caso del loro direttore non mi spreco neppure io ad usare la parola "persona") e non certo degli uomini veri. Certo è che è abbastanza vergognoso che una simile pubblicità abbia passato i controlli di Facebook e sia giunta alla pubblicazione (anche se magari presto verrà rimossa).

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