Cina: la polizia blocca l'elezione di Mr. Gay


Quest'anno sarebbe dovuto entrare nella storia della Cina anche per la celebrazione del primo concorso di bellezza gay. Il codizionale è d'obbligo perché l'evento non ha avuto logo. L'elezione di Mr. Gay Cina si sarebbe dovuto tenere venerdì sera al Club Lan di Pechino ma con un blitz dell'ultimo minuto la polizia è intervenuta per bloccare la manifestazione.
Il club era già pieno di persone (fra cui anche attivisti, giornalisti, fotografi e cameraman) quando le forze dell'ordine sono entrate ed hanno annullato il tutto. «Ci hanno detto che non avevamo i permessi giusti -spiega Michael Tsai, uno degli organizzatori- ma speriamo di poterlo fare in futuro».
In concorso c'erano otto uomini e il vincitore avrebbe partecipato al concorso di Mr. Gay International che si terrà il prossimo febbraio.
Fino al 1997 il codice penale cinese puniva l'omosessualità e fino al 2001 gli omosessuali sono stati considerati "malati mentali". Secondo alcune stime, in Cina vivono tra i 36 e i 48 milioni di omosessuali. La forbice della stima appare così grande vista la difficoltà nel poter effettuare ricerche statistiche sull'argomento: la maggior parte dei gay e delle lesbiche cinesi, infatti, vive i propri gusti sessuali nell'ombra, in un Paese dove permangono forti pregiudizi sociali nei loro confronti.
Non è la prima volta che un evento gay viene bloccato dalla polizia. Già nel 2005 le forze dell'ordine avevano impedito lo svolgersi di un festival dedicato all'omosessualità e lo scorsa estate gli organizzatori della Settimana dell'orgoglio gay hanno dovuto annullare una sfilata, unico evento pubblico della manifestazione.
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