Niente comunione per i gay. Lo sostiene il Vescovo di Grosseto


Ogni tanto viene da chiedersi se l'essere dotati della facoltà di parola conferisca automaticamente il diritto di poter dire tutto ciò che passa per la mente. Fatto sta che il Vescovo Emerito di Grosseto, Monsignor Giacomo Babini, ha voluto dire la sua sull'omosessualità (senza dimenticare implicazioni politiche e critiche anche ad ebrei e mussulmani).
«Come Vescovo che non cede alle lusinghe della modernità -ha dichiarato- dico che la pratica conclamata della omosessualità è un peccato gravissimo, costituisce uno scandalo e bisogna negare la comunione a tutti coloro che la professino, senza alcuna remora, proprio in quanto pastori di anime. Io non darei mai la comunione ad uno come Vendola».
Poi ha voluto ha commentato le leggi contro l'omofobia e la decisione del Comune di Venezia di permettere l'assegnazione di case popolari anche alle coppie gay: «Mi fa ribrezzo parlare di queste cose e trovo la pratica omosessuale aberrante, come la legge sulla omofobia che di fatto incoraggia questo vizio contro natura. I Vescovi e i pastori devono parlare chiaro, guai al padre che non corregge suo figlio. Penso che dare le case agli omosessuali, come avvenuto a Venezia, sia uno scandalo, e colui che apertamente rivendica questa sua condizione dà un cattivo esempio e scandalizza». Viene dunque da chiedersi se stando al suo pensiero l'omofobia -che pare quasi che a suo parere non debba essere contrastata- sia parte integrante della sua visione di dottrina cattolica.
Non soddisfatto, ha voluto riservare qualche giudizio anche agli ebrei, prendendo spunto dalla recente visita del Papa alla Sinagoga: «L'Osservatore Romano la ha lodata e penso che il Papa abbia fatto bene a visitarla. Ma con la stessa franchezza è arrivato il momento di affermare che gli ebrei non sono più i nostri fratelli maggiori. Meglio, lo sono stati sino all'arrivo di Cristo, poi lo hanno abbandonato e non conosciuto. Loro sono contro la storia e dal Nuovo Testamento in poi hanno scelto di non essere nostri fratelli».
Per finire in bellezza, ha tirato in ballo anche l'Islam: «[Quanto accade in Nigeria è] la conferma che l'Islam è una religione violenta ed anticristiana e che distinguere tra Islam moderato e estremo non ha senso. L'Islam è unico. [...] Bisogna svegliarsi dal letargo e difendersi dall ' Islam, prima di essere colonizzati».
Parole, quelle del Monsignore, che francamente non mi sembrano così ricchi di accoglienza e di carità cristiana, ma forse più consoni all'inquisizione medioevale. Fortunatamente non tutti la pensano come lui.
In un Paese dove il 47% dei gay si dichiara cattolico, è importante sottolineare come ci siano anche preti che vedono l'omosessualità come un Dono di Dio (è il caso, ad esempio, di Don Gallo che ha anche partecipato all'ultimo gay pride) e come dottrine cristiane d'oltre-confine non vedano nell'omosessualità un ostacolo alla fede (ad esempio la Chiesa di Svezia nomina vescovi gay e permette matrimoni fra persone dello stesso sesso). Personalmente mi auguro che l'odio predicato da certi personaggi non renda vani gli sforzi da chi si batte per predicare la dottrina dell'amore al di fuori da razzismo, omofobia e xenofobia.
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