Questo matrimonio non s'ha da fare


E' arrivata ieri l'attesa decisione della Corte Costituzionale in merito all'ipotesi di incostituzionalità del divieto in Italia di celebrare matrimoni fra persone dello stesso sesso.
La consulta ha respinto come inammissibili e infondate le istanze arrivate da Venezia e Trento, sostenendo la discrezionalità del legislatore sul tema. I giudici hanno infatti lasciato intendere che la regolamentazione della questione non è di loro competenza ma dev'essere demandata al Parlamento. Al momento non si sa ancora se la Corte coglierà l'occasione per sollecitare il legislatore a prendere decisioni in merito.
Imma Battaglia, presidente del Di Gay Project, ha commentato: «Credo profondamente nella giustizia, ma non riesco a non pensare che la pronuncia della Corte costituzionale sia legata alle vicende di questi giorni sulla pedofilia e alle parole del cardinale Tarcisio Bertone. Non voglio credere ai gialli ma mentre oggi tutto il mondo insorge contro le dichiarazioni di Bertone, che tenta di coprire le colpe della Chiesa gettando fango sugli omosessuali con la solita equazione gay uguale pedofilo, tutti in Italia si affrettano ad appoggiare il Vaticano. E casualmente oggi all'1 esce la sentenza. Avevamo scampato la strumentalizzazione elettorale intorno a questo tema ma vedo che non siamo riusciti a evitare la strumentalizzazione legata alla vicenda Chiesa-pedofilia».
Soddisfatto, invece, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi: «La decisione della Corte costituzionale è chiarissima. La nostra Costituzione sulla base degli articoli 3 e 21 considera società naturale fondata sul matrimonio soltanto quella fra uomini e donne».
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