Il luca che era gay (ma che ora sta con lei)


Ad un anno di distanza da quel San Remo, in pochi si saranno scordati della controversa canzone "Luca era gay" portata sul palco dell'Ariston da Povia. Ora quel Luca (al secolo Luca Di Tolve) ha deciso di uscire allo scoperto rilasciando un'intervista al settimanale "A".
L'uomo si è lasciato andare a dichiarazioni come «Prima ero omosessuale e di sinistra, ora invece sono sposato» (curioso, non sapevo si fosse una correlazione fra le due cose) ed ancora «All'inizio sbranavo i ragazzi con gli occhi. Ora ho potato le mie fantasie. Le ho quasi domate. La mia libido è molto scesa. Oggi mi nutro di amicizia virile» (sarà, ma pare ancor più confuso di prima: se deve trattenere i suoi istinti, tanto etero non sembra. E il fatto che la sua libido sia diminuita non è sinonimo di un desiderio che oggi è rivolto alle donne, semmai di un desiderio represso che a furia di non essere manifestato nel modo più naturale sta scemando).
Secondo il suo racconto, fù la morte per aids del compagno a segnare la sua vita. Anzi, per l'esattezza, in quel periodo prese in mano un rosario che non sapeva di avere a casa e, udita la voce degli angeli, decise di diventare etero, dando la colpa della propria omosessualità alla madre che -a suo dire- l'aveva allevato come una bambina.
Per raggiungere il suo scopo, si è così avvicinato alle teorie di Joseph Nicolosi, un terapista statunitense che sostiene di poter "curare" l'omosessualità. Teorie criticate dal mondo scientifico che le considera anacronistiche e volte a vedere l'omosessualità come una "malattia". Grazie a curiose pratiche, come l'ascolto del rombo del motore di una Ferrari (considerato "forte e maschio" da Nicolosi), Luca dice di essere cambiato e di aver deciso di sposare una donna. Successivamente ha inoltre fondato una onlus con lo scopo di aiutare i gay ad uscire dalla loro omosessualità. Il tutto, ovviamente, basandosi sul suo personale assunto che l'omosessualità vada curata (teoria ampiamente condannata dall'OMS) e con pratiche prive della baché minima base scientifica.
In conclusione all'intervista l'ultima richiesta di Luca: «Anche con le foto, per piacere, cercate di farmi apparire come sono oggi: un uomo». Da lì la foto "mistica" realizzata al Santuario della Madonna del Bosco di Imbersago (Lecco) pubblicata ad inizio post.
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