Bannato da Xbox Live perché abita a Fort Gay


Josh Moore è un ragazzo statunitense di 26 anni che vive nel comune di Fort Gay, un centro urbano di circa 800 abitanti nello stato del West Virginia, al confine ovest con il Kentucky.
Nel suo tempo libero Josh si concedeva qualche partita online sulla sua console di gioco, una Xbox 360 prodotta da Microsoft. Un bel giorno, però, si è ritrovato con il suo account sospeso e attraverso una telefonata al customer service di Microsoft ha scoperto che il motivo era legato all'aver inserito come residenza un nome contenente la parola "gay". A nulla sono serviti i suoi tentativi di spiegare che quel comune esiste davvero, anzi, una centralina lo aveva addirittura messo in guardia sul reinserire nuovamente quel nome come comune di residenza perché in quel caso avrebbe perso del tutto i soldi già spesi per il pagamento anticipato di due anni d'abbonamento.
La vicenda è arrivata fino alla scrivania del sindaco del paese che si è subito attivato per cercare di spiegare a Microsoft che in quel nome non c'è nulla di offensivo ma, anzi, che quello è il nome del suo comune. Ma anche in questo caso il customer service non ha voluto sentire ragioni. «Non volevano nemmeno pronunciare la parola. Dicevano quella parola» ha spiegato il primo cittadino.
L'interminabile e grottesca vicenda ha avuto fine solo quando il caso è finito fra le mani del responsabile delle politiche di Xbox Live, Stephen Toulouse, che ha dichiarato: «Qualcuno pensava che con 'Fort Gay' si volesse offendere qualcuno. C'è stato un errore ma ora abbiamo revocato la sospensione dell'account».
Sulla vicenda Josh Moore ha commentato: «C'è un odio incredibile verso i gay: io non sono gay ma ho sentito sulla mia pelle tutta la discriminazione di cui loro sono vittime».
Inoltre non sono chiare le circostanza in cui la presenza della parola "gay" avrebbe dovuto motivare un ban: recentemente Microsoft aveva stabilito delle nuove norme che permettessero agli utenti di specificare la propria identità sessuale nei profili come risposta alle numerose critiche che gli erano state volte per per le sue azioni nei confronti degli utenti omosessuali.
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