L'Onu toglie i riferimenti all'omosessualità nella sua condanna alle esecuzioni ingiustificate


Le uccisioni extragiudiziali a causa dell'orientamento sessuale di una persona non sono più formalmente condannate dalle Nazioni Unite. La richiesta era stata avanzata da alcuni Paesi arabi ed africani e la decisione dell'Assemblea generale è andata proprio in quella direzione, con 79 voti a favore e 70 contrari.
L'Onu, infatti, approva ogni due anni una nuova risoluzione che condanna le esecuzioni extragiudiziali. Nel 1998 si decise di indicare espressamente i motivi legati all'orientamento sessuale di una persona. Ora la dicitura "orientamento sessuale" è stata sostituito con un più generico ma maggiormente ambiguo "ragioni discriminatorie su qualsiasi base".
Si potrebbe anche pensare che nelle ragioni di discriminazione rientri anche l'omosessualità, ma il rischio che non sia così è molto alto. Ad esempio in tutti quei Paesi dove l'omosessualità è ritenuta reato, un'azione nei confronti di chi è reo di quella che legalmente è ritenuta colpa non costituirebbe una discriminazione e, quindi, non sarebbe da ritenere un'azione condannata dall'Onu.
Nonostante quella mozione sia passata per soli nove voti, l'intera risoluzione è stata poi approvata dalla commissione con 165 voti favorevoli, 10 astenuti e nessun voto contrario.
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