Test di assunzione dell'Aler: domande su orientamento ed abitudini sessuali


Nessuna domanda sulle loro capacità lavorative ma quesiti su eventuali rapporti sessuali avuti con persone dello stesso sesso, infedeltà coniguagli, aborti, disinibizione fra le lenzuola, perdita involontaria di urina durante il sonno. È il questionario che otto professionisti si sono trovati davanti quando l'11 marzo scorso si erano recati ad un colloquio di lavoro per un posto da dirigente tecnico presso l'Aler di Brescia (l'Azienda Lombarda Edilizia Residenziale, in pratica l'ex IACP).
Dalla selezione, affidata all'azienda esterna Cispel Lombardia, sono usciti quattro nomi, fra i quali il Cda ha scelto il nuovo dirigente. Non tutti gli esclusi, però, hanno gradito le domende che gli erano state rivolte e la voce è giunta fino all'orecchio di Mirko Lombardi (coordinatore cittadino di Sel e consigliere di minoranza della società) che dopo aver visionato gli atti ha denunziato il fatto, chiedendo al presidente di ricorrere alla Procura per segnalare «un'illegittimità di rilevanza penale» manifestatasi nel corso dei test.
«Siamo in presenza -ha dichiarato Lombardi- di una palese, gravissima violazione del decreto legislativo 216 del 2003». Tale norma, infatti, vieta espressamente una serie di discrimnazioni come, ad esempio, il porre condizioni che creino una situazione di svantaggio sulla base dell'orientamento sessuale di una persona.
Secondo Lombardi, inoltre, l'Aler di Brescia è una delle parti lese della vicenda, motivo per cui si ha chiesto le dimissioni del direttore del Cispel.
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