Intervista a Ferdinando Neri


Ferdinando Neri è l'autore di due romanzi: "I quattro re" (la storia di un soldato francese in epoca napoleonica) e "Ispettore Ferraris. Punto e a capo" (un giallo che ruota attorno alla scomparsa del ricchissimo industriale torinese Enea Burzio). Le sue storie e i suoi personaggi si intrecciano spesso con un aspetto erotico gay che li rende di particolare interesse per la comunità lgbt. L'autore ha anche pubblicato sul suo sito web alcuni brevi racconti che offrono un'altra via di accesso per potersi avvicinare al suo stile narrativo.
Ferdinando ha gentilmente accettato di raccontare il suo lavoro e il suo pensiero in una breve intervista:

Puoi raccontarci qualcosa di te?
Sono molto riservato di natura, perciò mi limito a qualche informazione. Vivo a Torino. Abito, da molti anni, con il mio compagno. Lavoro (se dovessi vivere dei proventi dei due libri pubblicati, sarei già morto di fame da tempo). Amo molto viaggiare e fotografare, leggere e scrivere, l'opera e la montagna.

Come sei giunto alla decisione di scrivere racconti a tematica gay?
Non direi che sia stata una decisione cosciente. Ho sempre amato immaginare storie, prendendo spunto da romanzi letti o film visti. Dato che sono gay, i personaggi che mi inventavo erano anche loro gay. Quando ho incominciato a scrivere, ho dato vita a queste fantasie. Ho scritto anche alcuni racconti con personaggi eterosessuali ed altri in cui l'orientamento sessuale non ha importanza, perché avevo voglia di scrivere quelle storie. Ma nella maggioranza dei casi, i protagonisti sono gay, anche quando la vicenda narrata ha poco o nulla a che fare con la sessualità.
Direi che se in questo c'è stata in parte una decisione cosciente, dipende da una considerazione: nella stragrande maggioranza di storie che si possono leggere o vedere al cinema, i personaggi sono eterosessuali. Se ci sono personaggi gay, questo è un elemento anomalo, che serve per lo sviluppo della storia se non addirittura come elemento comico o "di colore". Ho sempre avuto voglia di leggere storie in cui i protagonisti sono gay e non passano tutto il tempo a tormentarsi sulla loro identità sessuale, ma vivono la loro vita, magari lottano, si impegnano in imprese pericolose, amano, soffrono, si divertono, esattamente come tutti gli esseri umani. Ad un certo punto ho incominciato a scriverle io, queste storie.

Nei tuoi racconti fai spesso ricorso all'erotismo. Perché?
La storia è un po' buffa. Se dieci anni fa mi avessero detto che avrei scritto racconti erotici, mi sarei messo a ridere. Ho sempre letto pochissima letteratura erotica e la pornografia mi annoia a morte: non riesco a guardare un film porno, dopo dieci minuti dormo. I primi testi che scrissi erano romanzi e racconti in cui il sesso occupava una parte ridotta o era del tutto assente: magari il protagonista trovava l'amore della sua vita (un altro uomo, ovviamente), ma perché dovevo descrivere ciò che i due facevano, visto che qualunque lettore era in grado di immaginarlo? Solo in alcuni casi mi sembrava importante.
L'idea di scrivere un testo erotico gay mi venne leggendo due romanzi erotici: le scene di sesso erano a volte ben descritte, ma le trame mi sembravano inconsistenti. Fu una sfida: volevo creare una storia in cui sesso, amore, avventura si mescolassero e ci fosse una vera trama, in cui tutti gli elementi avevano un posto preciso. Il risultato fu "I quattro re". Lo proposi a due case editrici, senza ricevere risposta. Poi provai con la Zoe, che mi rispose con molta sollecitudine. A questo punto si trattava di fare un po' di propaganda al romanzo. Di andare in giro a presentarlo, non si parlava: a parte alcuni problemi legati al mio lavoro, non sono tagliato per questo. Mi sentivo in colpa a non fare nulla ed allora decisi di scrivere qualche racconto erotico da proporre ad alcuni siti, tanto per far conoscere anche il romanzo. Nacquero così i primi racconti e poi il sito (www.calligrammi.com/ferdinandoneri).
A questo punto ormai la strada era aperta e sono andato avanti. In molte delle storie che narro le scene di sesso potrebbero anche essere appena accennate, perché non sono essenziali, ma le inserisco perché so che i lettori se le aspettano. In altri racconti mi sembrerebbero fuori posto, per cui nel mio sito c'è anche l'Area aperta. Alcuni romanzi che ho scritto in momenti diversi non hanno scene di sesso.

Secondo la tua opinione, qual è il limite che separa l'erotismo dalla pornografia?
A questa domanda non sono in grado di dare una risposta personale. Direi che la pornografia è la rappresentazione del sesso (e di ciò che è considerato osceno) fine a se stessa, con il solo scopo di provocare nel lettore/spettatore eccitazione. L'erotismo può condurre allo stesso risultato, ma c'è sicuramente una maggiore attenzione alla forma (e quindi allo stile nella scrittura) ed il sesso è solo uno degli elementi dell'opera, per quanto possa occupare una posizione centrale.

Qual è la tua opinione sul panorama della narrativa gay in Italia?
Mi sembra che la situazione non sia positiva. Per un autore è difficile trovare un editore e per un editore è difficile conquistare visibilità e sopravvivere: le piccole case editrici che pubblicano opere gay sono quasi tutte di nicchia ed hanno problemi di distribuzione. Nella grande maggioranza delle librerie i loro testi non ci sono. Del tutto diversa è la situazione in Francia, dove esistono tante case editrici che pubblicano narrativa gay, tra cui alcune con un vasto catalogo, come la H&O.
Ovviamente ci sono testi ed autori che riescono ad uscire da questa situazione e raggiungere un pubblico più vasto, ma non è un'impresa facile. Abbiamo avuto autori gay di notevole spessore: penso a scrittori come Tondelli. Oggi ce ne sono altri che apprezzo, ma hanno spesso una visibilità ridotta.
3 commenti