Giovanardi contro il matrimonio della Concia


Ci sono persone che hanno un'idea fissa ed amano ripeterla in continuazione, quasi fossero come quei pupazzetti con la cordicella da tirare che dicono sempre la stessa frase.
E così, Carlo Giovanardi, sottosegretario con delega alle Politiche della Famiglia, dopo le sue crociate anti-gay contro Ikea, The Sims 3 e Pisapia, non è riuscito ad astenersi dal dire la sua riguardo al matrimonio gay dell'Onorevole Concia svoltosi nei giorni scorsi in Germania.
Cercando di ridimensionare il tutto, ha affermato: «Lo considero, come tutti i rapporti fra due persone, un fatto che che rappresenta un vincolo affettivo; dal loro punto di vista, anche un rapporto d'amore» ma «non ha nulla a che fare con il matrimonio così com'è disegnato nella nostra Costituzione laica e repubblicana».
Dopo aver tirato in ballo la laicità dello Stato davanti ad una situazione forse più voluta dalla Chiesa che dagli elettori, il sottosegretario ha proseguito il discorso delineando quella che è la sua idea di famiglia: «Questa unione, in sé, non è assolutamente giudicabile. In Italia e in Europa c'è la libertà di praticare l'orientamento sessuale che si ritiene opportuno» ma «la nostra Carta prevede, quali requisiti per il matrimonio, un rapporto tra un uomo e una donna, per realizzare quella "società naturale" che è il luogo in cui nascono i figli».
In pratica il tutto sarebbe finalizzato alla sola procreazione, quasi si stesse parlando di conigli. Un'ipotesi che, per assurdo, porterebbe a dover mettere in discussione anche la validità dei matrimoni fra uomini e donne fino al momento del concepimento.
Inoltre suona fastidioso anche qual continuo riferimento alla Costituzione, quasi fosse un maldestro tentativo di cercare di dare maggior autorevolezza alle proprie parole. Peccato, però, che si stia facendo riferimento ad una precisa interpretazione della Carta, tant'è vero che proprio quel testo è stato usato per rivendicare l'incostituzionalità del divieto di matrimonio fra persone dello stesso sesso, richiesta poi respinta dai giudici non tanto sulla base dei diritti fondamentali, ma in virtù della loro opinione riguardo alla necessità di demandare al legislatore la decisione in merito.
«Il matrimonio –ha concluso il sottosegretario– è quello fra un uomo e una donna. Altri sono rapporti diversi: monogami, poligami, omosessuali...».
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