Il Vaticano avvia un'indagine contro il vescovo pro-gay


La posizione anti-gay della Chiesa è un fatto risaputo, ma all'interno della curia c'è anche chi ha idee ben diverse. E' il caso di alcuni preti di strada e di sacerdoti che lavorano a stretto contatto con la gente e che, probabilmente, hanno interpretato in senso più ampio il messaggio d'amore universale dei Vangeli ritenendo che ognuno debba vivere secondo la propria natura e non secondo una natura scelta qualcun altro.
Uno di loro è Raul Vera Lopez (di cui ci eravamo occupati qualche tempo fa), vescovo della diocesi di Saltillo (Messico) e in prima linea nella difesa della comunità gay.
Il suo voler sostenere che gli atti d'amore omosessuale non possano essere in alcun modo considerati contrari alla volontà di Dio non dev'essere piaciuta al Vaticano, tant'è che proprio in questi giorni è stata avviata un'indagine contro di lui.
Dal canto suo il vescovo pare intenzionato a non gettare la spugna. «C'è chi vorrebbe indebolire il mio lavoro -ha dichiarato- ma io ho tutte le intenzioni di andare avanti».
Rimane, però, un po' di amarezza verso quello che sembra un gesto quasi intimidatorio nei confronti di chi osa mettere in discussione la posizione di chiusura espressa dalla Chiesa nei confronti dell'omosessualità. Quasi come se un dialogo o un confronto sull'argomento sia da escludere a priori, nonostante un atteggiamento simile possa ricordare ad alcuni quello dei farisei -tanto criticati da Gesù- così occupati ad autoincensarsi e a sentirsi nel giusto per il loro modo di vivere la religiosità da non accorgersi si essere nel torto ben più di coloro che venivano da loro ritenuti peccatori.
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