Gay e discriminazione sul posto di lavoro


Secondo un'indagine condotta da Arcigay (la prima ricerca scientifica nazionale realizzata in questo campo) è emerso come ancor oggi siano molte le discriminazioni riservate alla comunità lgbt sul posto di lavoro.
I dati sottolineano come negli ultimi dieci anni il 13% dei gay abbia visto respinta la propria candidatura ad un colloquio di lavoro a causa della propria identità sessuale. Percentuale che sale al 45% per le trans.
Attraverso la raccolta di ben 2.229 questionari, l'intervista di 52 testimoni qualificati e l'ascolto di 17 storie di discriminazione, è stato tracciato anche un quadro della situazione sul posto di lavoro: è il 26,6% a dichiarare di tenere celata la propria identità sessuale, temendo un peggioramento della propria condizione lavorativa qualora il loro orientamento fosse noto.
Per chi ha scelto di fare coming out, invece, la maggior parte degli intervistati sostiene che la propria situazione non sia cambiata o sia addirittura migliorata. Esiste però un 4,8% che afferma di essere stato licenziato o non rinnovato perché omosessuale (percentuale che sale al 25% tra le trans) ed il 19,1% che parla di trattamenti iniqui ricevuti a causa alla propria identità sessuale (in questo caso la percentuale sale al 45,8% fra i trans che hanno cambiato sesso da femminile a maschile, ed il 56,3% fra le trans passate da uomo a donna).
Facendo degli incroci geografici, emerge anche che i casi di discriminazione appaiano distribuiti pressoché in modo uniforme sull'intero territorio nazionale, senza che sussistano differenze sostanziali fra nord e sud.
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