La notte di Samhain


Tra pochi giorni sarà Halloween, una festa le cui origini risalgono ai tempi in cui Francia, Irlanda, Scozia ed Inghilterra erano ancora dominate dalla cultura celtica.
Per i Celti l'anno nuovo iniziava il 1° novembre, data in cui terminava la stagione del lavoro nei campi ed iniziava quella invernale in cui le famiglie potevano rinchiudersi in casa per ripararsi dal freddo e per dedicarsi alla costruzione di utensili agricoli. Quella sorta di Capodanno era dedicato a Samhain, una divinità considerata il Signore della Morte ed il Principe delle Tenebre.
Secondo le credenze dell'epoca, durante la notte tra il 31 ottobre ed il 1° novembre Samhain sospendeva tutte le leggi dello spazio e del tempo per permettere al mondo dei morti di unirsi a quello dei viventi: tutti le persone decedute durante l'anno tornavano in vita per raggiungere il mondo dell'aldilà, mentre gli spiriti dei defunti lasciavano il Tir nan Oge (una landa di eterna giovinezza e felicità in cui risiedevano le anime) per mostrarsi ai vivi e per divertirsi a spaventarli.
Per nascondersi dagli spiriti nei villaggi venivano spenti tutti i fuochi e, per farsi luce, gli abitanti costruivano delle lanterne costituite da rape e cipolle in cui venivano inserite braci ardenti. Anche il Fuoco Sacro custodito sull'altare veniva spento, per poi essere riacceso dai druidi il mattino seguente all'interno di un rito che sanciva l'inizio del nuovo anno. Tizzoni ardenti del Fuoco Nuovo venivano portati nelle case del villaggio anche per accendere i focolari domestici.
I festeggiamenti duravano poi per tre giorni, durante i quali ci si mascherava con le pelli di animali per esorcizzare e spaventare gli spiriti.
In Scozia era usanza anche lasciare cibo sui gradini delle case in modo da guadagnarsi il favore della fate, creature considerate ostili e pericolose per la loro abitudine di fare "scherzetti" agli umani, intrappolandoli per sempre nelle Colline delle Fate.
Un altro curioso rito Scozzese che avveniva durante la notte di Samhain prevedeva che si seppellissero delle pietre nella terra e che le si ricoprissero di cenere: il ritrovarle smosse al mattino successivo era presagio della morte entro l'anno per chi le aveva sepolte.
Tra il 1845 ed il 1850, una malattia colpì le coltivazioni di patate dell'Irlanda e costrinse circa 700mila persone ad emigrare in America. Nel loro lungo viaggio, questa parte della popolazione portò oltreoceano anche le proprie usanze e credenze (fra cui anche quella di festeggiare Halloween).
Negli Stati Uniti la festa perse ogni connotazione religiosa, ma alcune tradizioni sopravvissero: dall'abitudine di vestirsi in maniera spaventosa (con maschere e non più con pelli di animale) a quella di lasciare cibo in cambio della rinuncia a combinare un qualche disastro (un tempo si temevano le fate, ora i brutti tiri dei bambini che reclamano il dolcetto o scherzetto"). Anche l'abitudine di costruire lanterne sopravvisse, ma rape e cipolle vennero sostituite dalla zucca, ritenuta più adatta allo scopo (e dalla quale poi nacque la leggenda di Jack O' Lantern).
In Europa, invece, la tradizione andò affievolendosi per volere della Chiesa che fece di tutto per cercare di contrastare la celebrazione di feste di origine pagana. Nell'835 Papa Gregorio Magno spostò la festa di Ognissanti dal 13 Maggio al 1° novembre ma, poiché rimasero in vita alcune tradizione legati al culto dei morti, nel X secolo la Chiesa collocò il 2 novembre una nuova festa dedicata proprio ai defunti, durante la quale i propri cari venivano ricordati accendendo dei falò e mascherandosi da santi, angeli e diavoli.
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