Russia: San Pietroburgo approva una legge contro la "propaganda gay"


Il distretto di San Pietroburgo (Russia) ha approvato ha approvato in prima lettura una legge che prevede una multa da 3.000 a 5.000 rubli (ossia da 72 a 120 euro) a gay, lesbiche e transgender che dovessero dichiarare pubblicamente la propria omosessualità in presenza di un minorenne. E come se ciò non bastasse, nella norma vengono colpite anche le organizzazioni che tutelano i diritti dei gay (punite con multe fino a 50.000 rubli, ossia 1.200 euro) e si equiparano le manifestazioni della comunità lgbt (come i Gay pride) alla propaganda autorizzata della pedofilia.
Immediata è stata la reazione delle associazioni lgbt internazionali che, dopo aver preannunciato un ricorso alla Corte Europea dei diritti dell'uomo, hanno definito "medioevale" la norma, accusandola anche di essere una trovata pre-elettorale per cercare di far leva sull'omofobia (ancora molto diffusa fra la gente) per racimolare voti a favore di Russia Unita, il partito guidato da Vladimir Putin.
Per quanto folle possa apparire, l'iniziativa purtroppo è isolata: nel Paese norme simili sono state già state varate lo scorso settembre nella regione di Arkhangelsk e nel 2006 nella regione di Riazan. In Russia l'omosessualità non è più reato solo dal 1993 e sino al 1999 è stata mantenuta nella lista delle malattie mentali.
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