Langone invita le donne a non ascoltare cantanti gay


L'uomo della foto si chiama Camillo Langone e quotidianamente dispensa articoli basati sui propri pregiudizi dalle pagine di "Libero" e "Il Foglio".
Giusto per inquadrare il personaggio, è una persona che si vanta della propria xenofobia ("ci vorrebbe un'atomica al giorno per impedire gli arrivi dalla Siria, dall'Egitto, dalla Libia" è arrivato a scrivere) ed è l'autore di un pezzo dal titolo "Togliete i libri alle donne: torneranno a far figli" che proprio in questi ha suscitato molto scalpore per il qualunquismo mostrato (nel testo è arrivato a sostenere che "Il vero fattore fertilizzante è la bassa scolarizzazione e se vogliamo riaprire qualche reparto maternità bisognerà risolversi a chiudere qualche facoltà").
Non pago di tutto ciò, su "Il Foglio" del 1° dicembre ha pensato bene di attaccare i gay attraverso un appello alle donne (le stesse che lui vorrebbe tenere nell'ignoranza in modo che sfornino più figli) nel quale le invitava a non ascoltare più cantanti come Antony and the Johnsons, Tiziano Ferro e George Michael perché gay. Il motivo? A suo parere l'esser gay è da considerarsi "come un'offesa alle donne" e, sempre a suo parere, "Non credo che una canzone d'amore per gatti possa fungere da canzone d'amore per topi" (e qui mi auguro che l'animale posto a rappresentare il mondo femminile non sia stato scelto per quello che sarebbe un pessimo gioco di parole basato sul femminile di "topo", ndr).
Ed ancora: "E comunque come si fa ad ascoltare un Tiziano Ferro che dichiara «Ho un fidanzato e sono felice»? Si potrebbe farlo se dicesse qualcosa di meno rotocalchistico e di più artistico, ad esempio: «Ho un fidanzato e sono infelice perché questo è un abominio secondo Levitico 18,22 e quindi secondo Dio». Allora sì".
Oltre a far tristezza l'idea che qualcuno possa scrivere simili sciocchezze, lo fa ancor di più il pensare che ci siano direttori disposti a pubblicarle simile spazzatura. Va bene che si tratta di testate che ben spesso hanno fatto ricorso al razzismo, al maschilismo, all'ignoranza e alla xenofobia per sostenere le proprie (insostenibili) tesi, ma qui si va oltre ogni limite di decenza (tanto più che manco si stava cercando di prendere le difese del proprio capo come avvenuto in passato, ma semplicemente si stava seminando odio per il semplice piacere di farlo).
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