Abolito il divieto nozze gay in California


Era il 4 novembre 2008 quando i cittadini della California vennero chiamati alle urne per un referendum (chiamato "Proposition 8") in cui si chiedeva l'abolizione del diritto al matrimonio per coppie omosessuali. Tale diritto era stato acquisito il 15 maggio dello stesso anno in seguito ad una sentenza della Corte Suprema della California. La campagna venne finanziata con circa 40 milioni di dollari, perlopiù provenienti da molte istituzioni religiose e conservatrici americane, ed i  «sì» vinsero con il 52 per cento dei voti.
In questi quattro anni tale decisione è stata contestata attraverso numerose proteste e campagne (una fra le più note è la "Noh8" del fotografo Adam Bouska) ma senza particolari risultati. Pare, però, che a scrivere un nuovo capitolo nella vicenda sarà ancora una volta l'aula di un tribunale: il referendum, infatti, è stato giudicato incostituzionale dalla Corte di appello di San Francisco, che lo ha considerato in contrasto con quanto stabilito dal 14esimo Emendamento della Carta degli Stati Uniti, discriminando esplicitamente un gruppo preciso di persone.
«Sebbene la Costituzione permetta alle comunità locali di approvare le leggi che preferiscono, è necessario che ci sia almeno una ragione legittima per il passaggio di una legge che tratta persone differenti in modo differente», ha scritto il giudice Stephen Reinhardt nella sentenza.
Ora in molti si aspettano che i sostenitori della "Proposition 8" non si arrendano così facilmente e che possano presto far ricorso alla Corte Suprema, facendo particolare affidamento alla sua composizione in maggioranza conservatrice (5 giudici contro 4).
Tra il 16 giugno e il 5 novembre 2008, ossia nel periodo in cui le unioni omosessuali furono legali in California, si sposarono circa 18mila coppie dello stesso sesso.
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