Il Giornale contro Strasburgo e le nozze gay... ma solo per motivi economici


Il voto a sostegno dei matrimoni gay espresso ieri dall'Europarlamento non dev'essere piaciuto a chi contava di condurre una campagna elettorale basata sulla discriminazione e sull'omofobia (risalgono giusto a pochi giorni fa le dichiarazioni in merito di Angelino Alfano), ed è così che Il Giornale diretto da Alessandro Sallusti ha pensato bene di passare al contrattacco e di prendere posizione contro il parlamento europeo.
Il quotidiano della famiglia Berlusconi è così uscito in edicola riportando in prima pagina il titolo «L'Europa è loro. Hanno vinto i gay», spiegando poi nel sommario: «Il Parlamento di Strasburgo chiede il riconoscimento delle nozze omosessuali in tutti i Paesi. Dopo aver perso la sovranità economica, ora rischiamo di farci imporre anche l'elica».
Le cose non stanno esattamente così (purtroppo, verrebbe anche da dire) ma è nell'articolo affidato a Vittorio Sgarbi che il quotidiano da il meglio di sé.
Dopo un cappello introduttivo in cui spiega che uno Stato può prendere anche decisioni laiche, lasciando la libertà ai cattolici di seguirle o meno («Se uno è cattolico praticante non divorzia», afferma), si inizia a parlare del perché le coppie gay dovrebbero essere trattate in un modo diverso: «La questione della famiglia e delle unioni è più spinosa. Infatti le ragioni che hanno mosso e muovono queste rivendicazioni non sono di natura etica, ma pratica. E riguardano l'assistenza, l'eredità, le pensioni. Da anni la libertà amorosa e la pubblica dichiarazione del proprio orientamento sessuale sono largamente riconosciute. Sono scomparse le figure della ragazza madre e del "finocchio" costretto nel suo ghetto. Dunque cosa pretendere ancora? E qui si apre la resistenza di un governo alle prese con il contenimento della spesa pubblica».
Ed ancora: «Morto un uomo il suo giovane compagno potrà, come una moglie, ottenere i benefici della pensione. Quello che valeva soltanto per marito e moglie, varrà per marito e marito e moglie e moglie, in un vertiginoso incremento della spesa pubblica. E, dal momento che ragioni materiali, non ragioni morali, hanno determinato la decisione del Parlamento europeo, Monti dovrà impedire la bancarotta dello Stato, limitando l’efficacia delle unioni di fatto alla sola sfera etica. Solo così si potrà salvare lo Stato da una certa dissoluzione. Economica, non morale».
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