L'Europarlamento dice «no» a definizioni restrittive di famiglia. Bocciato in aula l'emendamento del Ppe


I governi dei 27 Paesi appartenenti all'Unione Europea non potranno dare «definizioni restrittive di famiglia» allo scopo di negare protezione alle coppie gay e ai loro figli. È quanto ha stabilito ieri l'Europarlamento in seguito alla posizione espressa nel rapporto sulla parità di diritti uomo-donna presentato dalla radicale olandese Sophie in’t Veld.
Il Partito Popolare Europeo ha cercato di stralciare il passaggio maggiormente a favore dei matrimoni gay (incluso nel nel paragrafo 7 del rapporto), ma il suo emendamento è stato bocciato in aula con 322 sì e 342 no. Quindi, loro malgrado, sono stati approvati anche i passaggi in cui si chiede alla Commissione Europea di elaborare proposte per il riconoscimento reciproco delle unioni omosessuali tra gli stati membri il cui ordinamento le preveda, nonché la richiesta al Consiglio europeo di "riaffermare il principio di uguale trattamento senza distinzione di religione o credo, disabilità, età o orientamento sessuale".
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