La giunta lombarda non censura le parole omofobe di Romano La Russa


Si sa che i politici sono molto attenti a tutelarsi fra di loro. Se c'è chi è arrivato a dirsi certo che Ruby fosse considerata la nipote Mubarak pur di bloccare un'autorizzazione a procedere, c'è anche chi si è dimostrato pronto a sostenere l'insostenibile solo per risparmiare una semplice tirata d'orecchi ad un collega.
È quanto è avvenuto ieri in Lombardia.
La giunta regionale (che peraltro vanta il ben poco invidiabile record di 10 consiglieri indagati su 80) era stata chiamata a votare una mozione di censura proposta dall'opposizione nei confronti dell'assessore Romano La Russa (attualmente indagato per finanziamento illecito al Pdl) in merito alle sue dichiarazioni sull'omosessualità rilasciate nel corso di un'intervista a Radio 24.
In quell'occasione La Russa l'aveva definita una malattia, sostenendo addirittura l'esistenza di una possibile "cura". Parole folli che hanno sollevato molte polemiche e che hanno portato alla decisione di proporre una censura nei suoi confronti (che -va ricordato- in termini pratici non è altro che una semplice sgridata).
Durante la sua difesa, l'assessore ha sostenuto che «Questa è l'ennesima dimostrazione di come si può interpretare un discorso, estrapolando solo qualche parola e costruendo una verità secondo il proprio comodo. Sono state infatti riprese mie frasi stralciando quanto ho detto all'inizio della trasmissione [...] Non ho mai inteso considerare l’omosessualità come un morbo, certamente però ribadisco il parere che la coppia dovrebbe formarsi fra due persone in grado di procreare [...] L'Aula può censurare le mie parole, ma non il mio pensiero».
Ma l'aula non se l'è nemmeno sognato di censurarle, respingendo con 38 voti a favore la mozione. Un voto che ha anche pesanti conseguenze, dato che in tal modo ha indirettamente avallato quella tesi.
Il capogruppo Pdl, Paolo Valentini, ha giustificato la decisione sostenendo che «La Russa non ha detto che l'omosessualità è una malattia, ma che la discussione è aperta».
Bhe, chiunque abbia sentito la registrazione del suo intervento sa benissimo che cos'ha dichiarato l'assessore (al principio più pacato ma poi scatenatosi in tesi insostenibili) ed anche il concetto di "discussione aperta" non è molto chiara: l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha infatti chiuso il discorso nel 1991 (quando sancì in modo definitivo che l'omosessualità non è una malattia) e per riaprire la discussione forse servirebbero delle motivazioni un po' più valide che i propri pregiudizi personali.
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