Il 47% dei russi è convinto che i media possano rendere gay le persone


Mentre sindaco di Mosca ha nuovamente vietato il Gay Pride (previsto nella capitale per il prossimo 27 maggio), nei giorni scorsi la città è russa è stata scenario di un altro grave fatto di cronaca: l'assalto a sassate di un autobus che trasportava alcuni gay diretti al parco Petrovski, luogo in cui avrebbero avrebbero voluto lanciare in aria alcuni palloncini colorati in occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia. Non solo non gli è stato concesso neppure quel semplice gesto, ma solo l'intervento della polizia ha evitato che la situazione degenerasse ulteriormente.
Davanti a tanta furia omofoba può venire automatico chiedersi come sia possibile che i cittadini d'oltre Urali siano disposti ad accettarla. Una possibile spiegazione è che si cerchi di alimentare la disinformazione al punto da inculcare l'idea che l'omosessualità sia un male e che leggi come quella di San Pietroburgo siano pensate a difesa dei cittadini.
Un sostegno a questa tesi viene anche dai risultati di un recente sondaggio (condotto su un campione di 1.600 persone distribuite in 130 città e 46 regioni russe) che sottolinea come gran parte della popolazione sia convinta che l'omosessualità si possa "trasmettere". Il 47% degli intervistati, infatti, si dice certo che i mezzi di informazione possano rendere gay le persone, il 35% ritiene che l'orientamento sessuale dipenda dalle amicizie frequentate ed un 16% che si possa diventare gay a causa del fallimento di una storia d'amore con una persona del sesso opposto.
Dati sconcertanti che sottolineano come sia diffusa l'idea della "trasmissibilità" dell'omosessualità, alimentando la paura e la ricerca di contromisure (identificate da alcuni in quelle intollerabili leggi omofobe).
È curioso notare come solo il 6% affermi di aver visto personalmente della "propaganda gay", ma è ben l'86% a sostenere la necessità di trovare un modo per fermarla.
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