L'Università Cattolica di Milano non discrimina i gay? Il Giornale grida allo scandalo
Nell'articolo 1 del nuovo Codice Etico dell'Università Cattolica di Milano -che dovrà necessariamente essere sottoscritta da docenti e studenti dell'ateneo- si legge: «Tutti i membri dell'Università Cattolica hanno il diritto ad essere trattati come soggetti portatori di diritti e di valori, con spirito di comprensione ed eguale rispetto e considerazione, e a non essere ingiustamente discriminati, direttamente o indirettamente, in ragione di uno o più fattori, inclusi la religione, il genere. l'orientamento sessuale, la coscienza e le convinzioni personali, l'aspetto fisico e il colore della pelle, la lingia, le origine etniche o sociali, la cittadinanza, le condizioni personali e di salute, la gravidanza, le scelte familiari, l'età».
Un articolo semplice, basato su diritti fondamentali e che pare quasi impossibile non condividere. Eppure questa volta Il Giornale ha superato sé stesso ed è riuscito a dirsi scandalizzato da quel testo.
In un articolo apparso sul quotidiano della famiglia Berlusconi, infatti, quelle parole vengono così riassunte: «All'articolo 1 del Codice Etico si assume il principio di non discriminazione, nel quale si fa rientrare il genere e l'orientamento sessuale, che notoriamente è un modo per tacciare di omofobia chiunque metta in discussione la cultura gay».
Insomma, secondo l'autore dell'articolo le aggressioni omofobe, il bullismo, i pestaggi e tutta un'altra serie di realtà non esistono e l'omofobia sarebbe solo un termine "inventato" per impedire a chiunque di poter criticare una fantomatica "cultura gay". E non sono: il delirio dell'articolo non si ferma qui ed arriva ad affermare che «È un chiaro cedimento all'ideologia dominante, in palese contrasto con l'insegnamento della Chiesa» e che «includere la "tendenza omosessuale" fra le considerazioni sulla base delle quali è illegale discriminare può facilmente portare a ritenere l'omosessualità quale fonte positiva di diritti umani, vale a dire si traduce facilmente nella promozione dell'omosessualità».
Pura follia.
Nell'articolo non mancano anche attacchi al Codice Etico per l'assenza di cenni al Papa e al Magistero, nonché per la presenza di riferimenti al Trattato di Lisbona, un documento che a parere del quotidiano non sarebbe da tenere in considerazione dato che non include i riferimenti espliciti alle origini cristiane dell'Europa richiesti ai tempi dai Vescovi.
In altre parole, si tratta di una cozzaglia di offese gratuite, opinioni discutibili spacciate come verità assolute e di un vero e proprio incitamento all'odio che non si capisce bene dove voglia andare a parare. La speranza è che non si tratti di una strategia atta ad ottenere il favore dei Vescovi nel caso di un ritorno sulla scena politica di Silvio Berlusconi, magari ottenuta attraverso la promozione dell'ingerenza vaticana nella politica interna e la diffamazione della comunità gay (e delle carte che stabiliscono i loro diritti) in modo da tentare di bloccare ogni eventuale processo di legalizzazioni delle unioni fra persone dello stesso sesso.