Marco Alemanno e l'eredità di Lucio Dalla


In occasione dei funerali di Lucio Dalla gli italiani hanno scoperto il nome di Marco Alemanno, il compagno del cantautore che alcuni giornali si ostinano a definire "amico" pur di non far accenni alla sua omosessualità.
Una vita passata assieme, ma mai riconosciuta dallo Stato. Poi la morte improvvisa, l'assenza di un testamento ed un piatto da cinquanta milioni di euro di eredità.
Un'eredità che, senza alcuna tutela legale o riconoscimento, è finita interamente nella mani dei cinque cugini del cantautore (una delle quali è recentemente scomparsa, ma la cui fetta verrà ridistribuita ai figli) che hanno deciso di estromettere completamente Marco Alemanno.
Persino la casa di Bologna, in cui i due hanno vissuto insieme per quasi 10 anni, non è più tale. «Sono prigioniero nella mia casa -ha dichiarato- perché io la chiamo casa mia. Ho un letto, bagno e cucina. Se devo andare in un altro spazio della proprietà, dove ci sono i miei oggetti o le opere d'arte che Lucio mi ha regalato, deve esserci un testimone, attento, chissà, che non rubi nulla. Mi hanno tolto le chiavi, cambiato le serrature. Quando piansi in Chiesa dando l'addio a Lucio dissero che avevo messo in cena una commedia, recitato una parte».
Il tutto perché in Italia le coppie di fatto non sono riconosciute e, conseguentemente, non hanno diritti. In assenza di un matrimonio, di figli o di un testamento, l'eredità va va automaticamente ai parenti più prossimi entro il sesto grado di parentela senza che gli affetti del defunto vengano in un qualche modo presi in considerazione.
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