Migliaia di persone in corteo al Bologna Pride


Migliaia di persone hanno preso parte al Gay Pride nazionale che si è svolto ieri per le vie di Bologna. La sobrietà della manifestazione, decisa in segno di rispetto per la popolazione colpita dal terremoto, non ha però oscurato la voce di quanti hanno sfilato in corteo per chiedere il riconoscimento dei propri diritti civili. In particolar modo, uno degli slogan più ricorrenti riguardava il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali.
A chiederlo a gran voce dal palco è stato Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay, a cui si è unita anche la voce del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che in una nota ha scritto: «Non è possibile che non sia ancora stata introdotta una legge che faccia uscire dal far west le convivenze stabili tra omosessuali». Nella stessa direzione si è espresso anche il vicepresidente del Pd, Ivan Scalfarotto, il presidente di Sinistra Ecologia Libertà, Nichi vendola, e i Radicali Italiani. Più critico il fronte del Pdl che ha colto lo spunto per criticare Bersani sostenendo che quella lettera gli impedirà un'alleanza con Casini.
Da segnalare anche la partecipazione al Pride di Ivan Zamudio, il padre del 24enne Daniel che lo scorso marzo venne brutalmente torturato e ucciso in Cile da un gruppo di neo-nazisti. La sua storia ha commosso la gente della sua nazione, portando ad una rapida approvazione di una legge contro l'omofobia. Una norma che in Italia si continua a rinviare o a tentare di affossare. Dal palco Ivan Zamudio ha lanciato un appello anche a tutti i genitori di ragazzi gay, chiedendo loro di amare i figli per ciò che sono ed esortandoli a lottare per difenderli e proteggerli.
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