Oggi è il 43° anniversario dei moti di Stonewall


Alla fine degli anni Sessanta lo Stonewall Inn era uno dei pochi locali gay di New York, collocato in Christopher Street nel Greenwich Village. Quasi fosse una consuetudine, anche la sera del 28 giugno 1969, poco dopo 1:20 di notte, la polizia irruppe nel bar. Ufficialmente gli agenti si trovavano lì per dei controlli sulle bevande alcoliche, ma quello appariva più che altro un pretesto. Sotto arresto sarebbero dovuti finire anche chi era privo di documenti di identità, chi indossava vestiti del sesso opposto e i dipendenti del bar.
Anziché accettare passivamente la situazione, quella sera la clientela del locale reagì.
Non si sa bene come iniziò il tutto: secondo un resoconto, Sylvia Rivera (un'attivista transessuale) scagliò una bottiglia contro un agente dopo essere stata pungolata con un manganello. Un'altra versione dichiara che una lesbica, trascinata verso un'auto di pattuglia, oppose resistenza, incoraggiando così la folla a reagire. Fatto sta che i presenti iniziarono a sopraffare la polizia e gli agenti si ritrovarono a doversi rifugiare all'interno del locale, assediati dai dimostranti. La notizia si diffuse velocemente nel corso della notte e in molti accorsero per assistere alla scena o per unirsi alla rivolta. Bottiglie e pietre vennero lanciate dai dimostranti che scandivano lo slogan «Gay Power!».
I vertici della polizia inviarono sul posto la Tactical Patrol Force, una squadra anti-sommossa originariamente addestrata per contrastare i dimostranti contro la Guerra del Vietnam, ma anche loro non riuscirono a disperdere la folla ed il loro cammino venne bloccato da una fila di drag queen che li prendeva in giro cantando.
Alla fine della nottata la situazione si calmò, ma la folla ricomparve la notte successiva. Erano iniziati i moti di Stonewall e la scintilla del movimento di liberazione gay moderno era stata accesa.

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