Australia: il parlamento vota contro il matrimonio gay


Il Parlamento australiano ha detto «no» ai matrimoni gay. A quanti chiedevano la fine di quella che veniva considerata una discriminazione (forse ricorderete lo splendido spot realizzato da GetUp), solo 42 deputati su 150 si sono espressi a favore della proposta di legge.
Entrambi i leader dei due maggiori partiti del Paese (Julia Gillard per il Labour e Tony Abbot per i conservatori) si sono espressi negativamente, mentre Anthony Albanese, ministro dei Trasporti e favorevole alla legge, ha sottolineato come il parlamento non abbia rappresentato il sentimento popolare: «Tutti i dati -ha dichiarato- confermano che la comunità australiana approva in maggioranza i matrimoni gay». Infine Jim Wallace, capo della lobby dei cristiani australiani, ha ringraziato pubblicamente i membri del parlamento «per aver garantito che i matrimoni sia rimasti tra uomo e donna».
L'unione civile per le coppie gay è oggi permessa in alcuni stati dell'Australia, mentre la legge garantisce alle coppie omosessuali gli stessi diritti di quelle etero nei campi dell'assistenza medica e delle coperture assicurative. Con il voto di oggi, però, si allontana il momento in cui alle coppie gay verrà garantito lo stesso diritto al matrimonio.
Nel frattempo il primo ministro australiano, Julia Gillard, nonostante la sua contrarietà alle nozze gay, non ha esitato a scendere in campo in questi giorni per sostenere la candidatura di Sydney come sede della Bingham Cup 2014, la coppa del mondo di rugby che ogni due anni si svolge tra squadre composte da giocatori gay. Insomma, benvenga l'omosessualità quando porta dei benefici economici, un po' meno quando si tratta di concedere pari diritti.
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