A grandi poteri corrispondono minori responsabilità


Nel film "Spiderman", lo zio di Peter Parker affermava che «A grandi poteri corrispondono grandi responsabilità». Sembrerebbe, però, che il presidente della Commissione Giustizia del Senato -Filippo Berselli- sia di parere diametralmente opposto.
Dopo l'approvazione della norma che prevede il carcere per i giornalisti condannati per diffamazione (già approvata con voto segreto da Palazzo Madama), il senatore del Pdl ha proposto un emendamento che conferma la reclusione per i giornalisti, ma salva da quel rischio i direttori: per loro sarà applicabile solo una multa pecuniaria.
In altre parole, Alessandro Sallusti (condannato per diffamazione) non finirebbe più dietro le sbarre, ma quel rischio continuerebbe a pendere sulle teste di tutti quei giornalisti che sceglieranno di realizzare delle inchieste (come, ad esempio, nel caso di "Report"). Un rischio che potrebbe chiudere definitivamente la bocca anche a quelle poche voci che non si sono uniformate a quel processo che nell'ultimo ventennio ha portato molti telegiornali a diventare sempre più simili a dei rotocalchi (con sempre meno denunce verso i poteri forti, ma ampi spazi per ricette, cronaca nera e gossip).
In una proposta dove manca solo l'indicazione esplicita dei nomi di chi si vuol salvare o intimidire, non manca anche un trafiletto dedicato a Renato Farina (il deputato Pdl ed ex-giornalista radiato dall'ordine che ha firmato l'articolo condannato per diffamazione ed apparso nel 2007 sulle pagine di Libero): «Qualora l'autore sia ignoto o non identificabile, ovvero sia un giornalista professionista sospeso o radiato dall'ordine, si applica la pena della multa da tremila a trentamila euro».
L'emendamento verrà esaminato giovedì prossimo dall'aula del Senato.
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