L'allenatore che sodomizza un calciatore. Ecco la nuova campagna omofoba di un tabloid ugandese


Il tabloid ugandese Red Pepper è tornato ad alimentare l'omofobia dei suoi lettori attraverso l'accusa di omosessualità verso l'allenatore degli Uganda Cranes, una delle principali squadra di calcio del Paese.
In prima pagina è stata pubblicata un'immagine di Chris Mubiru in atteggiamenti equivoci, accompagnata dal titolo «Allo scoperto! Allenatore dell'Uganda beccato a sodomizzare i giocatori. Immagini shoccanti all'interno». Poi le cinque immagini dei presunti atti sessuali, accompagnate da didascalie progettate per far scalpore fra i cittadini più conservatori: «Allenatore al lavoro: Mubiru afferra il sedere del ragazzo», «lo maltratta», «fa male al ragazzo» e «Fine dei giochi: il ragazzo fa fatica a stare in piedi dopo la sconvolgente sessione al suo sedere».
Curioso è che nessuno sia ancora riuscito a riconoscere il volto del presunto giocatore della celebre squadra, così come non vi è alcuna certezza che quelle immagini siano reali.
Denis Nizoka, direttore del keniano "Identity Magazine", non ha dubbi: «Questo articolo è stato chiaramente progettato per creare uno scandalo "morale" all'interno della sportività, considerata un baluardo della mascolinità». Una tesi che sembrerebbe confermata anche dalla curiosa concomitanza dello scandalo con la prossima approvazione della nuova legge per l'inasprimento delle pene contro i gay (definita «un regalo di natale» da Rebecca Kadaga, presidente del parlamento ugandese). Una norma che, se approvata, punirebbe con l'ergastolo chiunque abbia relazioni gay o che semplicemente «tocchi un'altra persona con l'intenzione di commettere un atto omosessuale». Una pena all'intenzione, dunque, che potrebbe tranquillamente essere utilizzata anche per eliminare dalla scena eventuali avversari o personaggi scomodi (già attualmente l'accusa di omosessualità nei confronti dei propri nemici è quasi una prassi comune in Uganda).
Dal canto suo Red Pepper non è nuovo ad azioni propagandistiche contro la comunità gay. Nell'agosto del 2006 aveva pubblicato una lista di nomi, foto ed indirizzi di importanti uomini ugandesi accusati di essere omosessuali. Poi, nel 2009, il loro caporedattore -Ben Byarabaha- ribadì la sua intenzione nel voler proseguire «la sua campagna contro i presunti omosessuali» e ripeté l'operazione con una nuova lista pubblicata nel 2010. Quell'anno l'iniziativa venne emulata anche dall'edizione locale di Rolling Stone al grido di «Impiccateli!». L'attivista gay David Kato venne assassinato a pochi giorni di distanza della pubblicazione dei suoi dati personali sulla rivista.
Inoltre il sito Internet Queerty non ha mancato di notare la straordinaria somiglianza di quanto raccontato ora da Red pepper con una vicenda risalente al 2010, in cui l'allenatore venne accusato di aver praticato un messaggio un po' troppo sensuale (ma privo di rapporti) ad uno sei suoi giocatori. Non è da eludersi dunque che quelle immagini possano risalire ad allora e che siano state tenute in un cassetto per poter essere strumentalizzate nel momento più opportuno.

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