Raoul Bova nello spot contro l'Aids (ma nella prima versione manca il termine "preservativo")


Raoul Bova è il testimonial scelto dal Ministero della Salute per la sua campagna di informazione sull'Aids (che è partita proprio oggi, in occasione della giornata mondiale contro l'Aids).
«Il contrasto all'Aids è una sfida globale davanti alla quale non ci si può tirare indietro -ha dichiarato il ministro della Salute, Renato Balduzzi- È importante aumentare la sensibilità di tutti su questo tema e non abbassare la guardia, e per fare questo è necessario continuare e intensificare il lavoro di informazione e prevenzione, e sensibilizzare a un comportamento sessuale responsabile, all'utilizzo del preservativo e al test anti-HIV».
A poche ore dall'uscita del filmato, però, è scoppiata la polemica dopo che la Lila (la Lega italiana per la lotta all'Aids) ha notato che la parola "preservativo" era stata rimossa dal video. Dal canto sui il ministero ha prontamente replicato che si era trattato di un "errore tecnico" nel caricamento del filmato su Youtube, al quale hanno immediatamente rimediato con la sostituzione dello spot.
Considerata la polemica dello scorso dicembre in merito ad una circolare girata in Rai per chiedere ai redattori di omettere il termine "preservativo" e ricordando l'errore commesso lo scorso aprile dallo stesso ministero nella traduzione di un opuscolo dell'Oms (nel quale il preservativo era stato omesso dall'elenco dei mezzi prevenzione dell'Hiv), viene da chiedersi il perché il caso voglia che l'errore sia sempre lo stesso.
Anche perché -diciamocelo- per caricare il video sbagliato è necessario che quel video esista fisicamente... ed è difficile pensare che qualcuno ne abbia creato una versione censurata di propria iniziativa, giusto per ammazzare il tempo.

Clicca qui per guardare lo spot del ministero
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