Trenord, specchio di un'Italia in declino?


«I turni sono stati riassegnati, il problema è in via di risoluzione». È questo il mantra che da giorni viene ripetuto sull'home page del sito di Trenord, anche se con continui posticipi della data indicata per la fine dei disagi.
Da domenica, infatti, decine di convogli sono stati cancellati e i ritardi di quelli in partenza ammontano a dozzine di minuti, se non ad ore. La motivazione ufficiale è un malfunzionamento del sistema informatico di assegnazione dei turni del personale. In altre parole, i teni ci sono ma non chi li dovrebbe far andare.
E, dopo il fallito tentativo di sminuire il problema con continue rassicurazioni, si è passati a cercare un colpevole: il vincitore è GoalRail. Si tratta si software utilizzato senza problemi in numerose compagnie ferroviarie di tutto il mondo, ma che con Trenord avrebbe fatto cilecca nell'assegnazione dei turni. Il tutto, naturalmente, senza sottolineare che il programma è nelle mani della compagnia da oltre nove mesi e che evidentemente non è mai stato testato prima del suo ingresso in funzione in concomitanza con l'inizio dell'orario invernale.
Nell'apprendere che l'amministratore di Trenord, Giuseppe Biesuz, ha presentato oggi le sue dimissioni, qualcuno avrà pensato ad un atto dovuto dopo le migliaia di persone lasciate a piedi sulle banchine. Ma la motivazione non è quella: Biesuz si è dimesso perché arrestato con l'accusa di bancarotta fraudolenta della società Urban Screen.

L'ordinanza parla di «reiterate condotte criminose, di utilizzo delle risorse societarie per fini personali, familiari e di carriera», sottolineando anche le nove condanne a suo carico anche per bancarotta e appropriazione indebita. Alcuni soldi sarebbero stati versati alla società della moglie, altri alla società con cui si sarebbe arredato casa, altri ancora spesi in un viaggio a New York con la consorte. Poi non mancherebbero i contati politici, con un contratto fittizio all'ex direttore generale Giampiero Borghini, soldi investiti in cene elettorali di An e Forza Italia, nonché fondi destinati a sostegno del comitato elettorale di Marco Mariani (Forza Italia) come sindaco di Monza. L'ormai ex amministratore risulta anche imputato in un altro processo per una vicenda di presunta frode fiscale attraverso false fatture. Ma per lui niente carcere: avendo sottratto "solo" 700mila euro potrà godersi gli arresti domiciliari nella sua casa fresca di arredamento.
Eppure il suo curriculum dev'essere piaciuto se nel 2008 -a ridosso del fallimento provocato alla società che dirigeva- Roberto Formigoni l'ha scelto come uomo chiave del gruppo nato dalla fusione di Trenitalia e Ferrovie Nord (società al 57,57% di proprietà di Regione Lombardia e nella quale il 60% dell'amministrazione è in mano a politici).

E intanto la gente aspetta nelle stazioni, con il personale che afferma di non saper che fare e con macchinisti in attesa di istruzioni. Sui tabelloni, intanto, i ritardi vengono prorogati di decine di minuti alla volta, in alcuni casi sino alla cancellazione completa delle corse.
Ma siamo sicuri che la colpa sia tutta di un software? O forse dovremmo guardare verso una classe dirigente mediocre, troppo impegnata a riempirsi le tasche per guardare al futuro? Persone che si sono dimostrate incapaci non solo di prevenire certe situazioni, ma che sono state anche incapaci di gestirle una volta verificatesi. Il tutto cercando sempre di negare la propria responsabilità, con finte rassicurazioni o con strenue ricerche di un colpevole a cui dare la colpa. Poi poco importa se han spergiurato di aver rivisto tutti i turni nella notte e se i treni non parono lo stesso: l'importante è negare ogni responsabilità.

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