Ed ora gli scout statunitensi rivogliono i gay


Negli ultimi anni gli scout statunitensi avevano deciso di dare un giro di vite nella loro lotta ai gay. In una sorta di pulizia razziale, avevano sistematicamente allontanato dai propri gruppi tutti i ragazzi che si fossero dichiarati o mostrati gay. Del tutto inutili erano state le migliaia di proteste (molte delle quali anche da parte degli stessi iscritti) ed il ricorso presentato nel 2000 davanti alla Suprema Corte degli Stati Uniti (la quale aveva stabilito che, in quanto associazione privata, non era possibile imporrle un cambiamento di rotta). Non solo. Il direttivo si era mostrato irremovibile anche di fronte alla richiesta di un abbattimento del divieto presentata nel corso della scorsa campagna elettorale sia da Barack Obama che dal suo sfidante repubblicano Mitt Romney.
Ma se quella posizione aveva suscitato forti malumori fra la popolazione, tale sentimento si è poi intensificato con lo scandalo pedofilia dello scorso ottobre, quando si scoprì che parte del direttivo aveva taciuto su alcuni casi di violenza.
Anche dal punto di vista dei finanziamenti le cose non erano certo andate meglio: oltre cinquanta aziende avevano deciso di interrompere le proprie donazioni perché le discriminazioni attuate non erano compatibili con i propri valori.
Ora, però, i Boy Scout d'America hanno dichiarato che potrebbero presto essere pronti ad accogliere nuovamente gli omosessuali fra le proprie fila. Una decisione spacciata come frutto di una lunga discussione interna ma, date le premesse, forse più motivata da un proprio tornaconto.
Al momento nessuno ha ancora spiegato neppure il perché la presunta ed insormontabile incompatibilità con i propri valori cristiani (in nome dei quali hanno umiliato e scacciato migliaia di ragazzi) sia stata facilmente superata nel giro di poche settimane.
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