Monti dice «no» ai matrimoni gay


Quella in corso appare come la campagna elettorale delle porte aperte e subito sbattute in faccia. Dopo il dietrofront di Berlusconi, anche Monti prende le distanze dai matrimoni gay.
Solo qualche giorno fa aveva fatto ben pensare il suo voler rimandare la decisione al Parlamento, seppur avesse già anticipato che quella non era certo una sua priorità.
In occasione rilasciata ieri ad Ilaria D'Amico su SkyTG24, però, il professore pare aver voluto chiudere qualsiasi spiraglio: «Il mio pensiero -ha dichiarato- è che la famiglia sia costituita da un uomo e da una donna. Credo che la famiglia sia fondata sul matrimonio e che i figli siano cresciuti da un padre e una madre. Il parlamento può trovare le forme per disciplinare altre forme di convivenza».
Riguardo a De Giorgi, il direttore di Gay.it costretto a ritirare la propria candidatura dopo essere finito fra gli ingranaggi della macchina del fango berlusconiana, si è limitato a dire: «Questa scelta che il candidato De Giorgio ha fatto è una scelta che rispetto».
Flavio Romani, presidente nazionale Arcigay, ha commentato: «L'uscita di Monti di oggi, esattamente come quelle di Berlusconi, Casini, e altri su questi temi, rappresentano perfettamente chi vuole tener ancorato questo paese ad un medioevo economico e sociale, per fare i privilegi di pochi».
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