River Phoenix torna a rivivere con "Dark Blood"


Era il 31 ottobre 1994 quando River Phoenix, appena 23enne, morì di overdose su un marciapiede all'esterno del locale in cui aveva trascorso la serata. Davanti alla tragedia, tutti negarono di sapere che si drogasse o, forse, preferirono far finta di non saperlo. Fatto sta che così si spense la vita di una delle più promettenti star di Hollywood di quegli anni.
Dopo gli esordi nella serie televisiva "Sette spose per sette fratelli", Phoenix prese parte a vari film, tra cui "Explorers" (1985), "Stand by me" (1986), "Mosquito Coast" (1986), "Nikita" (1988), "Vivere in fuga" (1988), "Indiana Jones e l'ultima crociata" (1989), "Ti amerò... fino ad ammazzarti" (1990), "I signori della truffa" (1992), "Dark Blood" (1993) e "Quella cosa chiamata amore" (1993). Nel 1991, al fianco di Keanu Reeves, fu uno dei protagonisti di "Belli e dannati", un film di Gus Van Sant sulla difficile vita di alcuni ragazzi di strada che si prostituivano con altri uomini per sbancare il lunario.
Quello che è meno noto, però, è che nei giorni della sua morte Phoenix stava lavorando sul set di un film western intitolato "Dark Blood". All'epoca mancavano circa il 25% delle riprese per completare l'opera, motivo per cui il film parve irrimediabilmente destinato a rimanere incompiuto.
È notizia di questi giorni, però, il regista George Sluizer ha deciso di rimettere mano a quella pellicola per completarla e presentarla fuori concorso al Festival di Berlino. Ed è così che, a vent'anni dalla sua scomparsa, River Phoenix è tornato a rivivere sul grande schermo.

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