Nuova crociata del presidente del Gambia conto i gay


Un nuovo delirio omofobo ha investito Yahya Jammeh, presidente del Gambia, pronto a lanciare un appello internazionale per chiedere a tutti i gay di non visitare il suo Paese o si «pentiranno di essere nati».
Il suo discorso è stato pronunciato in occasione dell'apertura del Parlamento, durante la quale Jammeh ha ipotizzato la fine della moratoria sulla pena di morte nel Paese ed ha lanciato una vera e propria crociata contro i gay: «L'omosessualità è contro l'umanità -ha affermato- Non ho mai visto un pollo o un pavone omosessuali... Se qualcuno sarà riconosciuto reo di omosessualità in questo paese, non avremo misericordia per lui. Lo metteremo nell'ala femminile delle prigioni (l'omosessualità è punita in Gambia con 14 anni di reclusione, ndr). Vogliamo che la popolazione cresca. Devono esserci bambini in questo Paese. L'omosessualità è contro Dio, contro l'umanità e contro la civiltà. Gli omosessuali non sono benvenuti in Gambia. Se li catturiamo, si pentiranno di essere nati. Permettere l'omosessualità significa permettere i diritti satanici. Non permetteremo mai la presenza di omosessuali sul nostro suolo».
Jammeh non è nuovo a simili deliri: nel 2008 minacciò di decapitare tutti i gay che non avessero lasciato immediatamente il Paese (al termine dell'ultimatum, arrestò ed incarcerò una coppia gay spagnola), nel 2009 lanciò un appello per chiedere all'esercito di non consentire atti omosessuali fra soldati (suggerendo il rogo per i gay) e nel 2012 asserì che i diritti delle persone gay non possono essere ritenuti diritti umani.
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