Il Giornale sfodera l'omosessuale cattolico in lotta contro le «lobby gay»


Ormai è evidente: Il Giornale di Alessandro Sallusti pare lanciato in una campagna mediatica volta a dimostrare l'esistenza di una feroce «lobby gay», manovrata da lochi individui di sinistra e finalizzata all'annientamento della comunità cattolica italiana.
A tal fine il quotidiano della famiglia Berlusconi ha pubblicato un'articolo di Nino Spirlì (attore ed autore di varie trasmissioni Mediaset, nella foto) intitolato "Io omosessuale e cattolico in lotta contro le lobby gay", nel quale il personaggio asserisce di non aver mai concesso «un millimetro alle tessere di partito» e che, proprio per non essersi mai voluto dichiarare di sinistra, «non faccio parte di quella schiera di froci riconosciuti e autorizzati a parlare in pubblico a nome della categoria». Un bene, secondo lui, dato che così «Ho più tempo da dedicare alla mia vita. Alla famiglia. Al mio Dio».
Dopo le premesse, l'uomo che non si è mai piegato ad esprimere una propria appartenenza politica aggiunge: «E voto a destra. E sono cattolico, e praticante». Insomma, si presenta come una perla bianca, forse dimenticandosi volutamente di tutti i gay di destra rappresentati da GayLib o dal fatto che molti omosessuali sono cattolici. E questo senza voler citare il programma di prima serata che Berlusconi aveva affidato ad Alfonsi Signorini: omosessuale, di destra e pronto a farsi intervistare da Maria De Filippi per farsi portavoce dei gay che non vogliono sposarsi perché sanno di vivere nel peccato.
Sul finire, anche un invito a votare destra nonostante l'episodio del recente sollevamento di Michaela Biancofiore dall'incarico di sottosegretario alle pari Opportunità in seguito alle sue dichiarazioni omofobe: «Delle polemiche di queste ultime ore, ne indosso il disagio: le esternazioni della Biancofiore non mi fanno certo brindare a spumante. Ma sono le "sue" posizioni, tutte da verificare. I miei amici "di destra" mi hanno telefonato, dissociandosene. E questo mi conferma che, su questo argomento, l'opinione resta tutta e solo personale».
Curioso che nell'intero articolo non si parli di «lobby gay» nonostante il chiaro riferimento inserito a caratteri cubitali nel titolo. Ancora una volta, forse, solo per creare tensione sociale e per far credere che i diritti dei gay debbano necessariamente essere inconciliabili con quelli dei cattolici (esattamente come già fatto nell'editoriale pubblicato sulla prima pagina di ieri).
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