Edith Windsor, la donna che ha sfidato il DOMA


Il nome di Edith Windsor è destinato ad entrare nella storia del movimento gay: è stata lei, infatti, a condurre la lunga battaglia legale che ha portato la Corte Suprema a sentenziate l'incostituzionalità del Defense of Marriage Act (DOMA).
Oggi ottantaquattrenne, è nata a Filadelfia nel 1929. Dopo un anno di matrimonio con un uomo, decise di fare coming out e di dichiararsi apertamente lesbica. Si trasferì così a New York, città in cui visse alla luce del sole la propria omosessualità e dove, nel 1964, conobbe Thea Spyer.
La loro storia d'amore è durata per ben quarantaquattro anni, quando un brutto giorno Thea si ammalò di sclerosi multipla. Il loro sogno era di potersi sposare ma, dato che negli Stati Uniti non era possibile, si scambiarono il loro «sì» in Canada nel 2007. Due anni più tardi Thea morì ed il fisco statunitense chiese ad Edith ben 360 mila dollari di imposte di successione per l'eredità legata alla casa della compagna in cui i due hanno vissuto per anni. Secondo il Defense of Marriage Act, infatti, il loro matrimonio non aveva alcuna valenza.
Ed è così che Edith si è rivolta a dei legali ed ha condotto una lunga battaglia nelle aule dei tribunali, ora ora con il verdetto della Corte Suprema e con un felice epilogo che non mancherà di avere ripercussioni su migliaia di altri cittadini statunitensi.
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