Edwin Poots, il ministro nordirlandese che spende denaro pubblico in campagne anti-gay


È scoppiata la polemica nel nord dell'Irlanda dopo che si è scoperto che Ministro della Salute nordirlandese -Edwin Poots- ha speso 40mila sterline di denaro pubblico (più di 46mila euro) per finanziare una battaglia legale finalizzata ad impedire che le coppie formate da persone dello stesso potessero adottare dei bambini.
Il suo obiettivo era quello di tentare di ribaltare una sentenza emessa nell'ottobre del 2012, nella quale la Corte Suprema sancì che il divieto alle unioni civili imposto dall'Irlanda del Nord è discriminatorio nei confronti delle coppie coppie omosessuali, alle quali spetta il diritto alla vita familiare. Ed è stato proprio il ricorso presentato dal ministro ad aver fermato l'applicazione della sentenza e ad aver congelato le adozioni per le coppie omosessuali.
Edwin Poots è un protestante evangelico che ha più volte manifestato la propria contrarietà al riconoscimento delle relazioni omosessuali. Ora è stato accusato di aver cercato di influenzare la politica pubblica sulla base dei propri «pregiudizi personali». Il tutto a spese dei contribuenti.
Già lo scorso anno sollevò numerose polemiche per la sua decisione di mantenere in essere il divieto alla donazione del sangue per gay e bisessuali, rifiutandosi di mettere in pratica la legge adottata da Inghilterra, Galles e Scozia che prevede la possibilità di donazione per gay e bisessuali che non abbiano avuto rapporti sessuali negli ultimi dodici mesi.
Kieran McCarthy, membro del Partito dell'Alleanza, ha dichiarato: «Questa campagna guidata dal Ministro della Sanità per conto del DUP è stato un palese spreco di denaro pubblico. Faccio appello al Ministro affinché accetti la decisione della Corte e rinunci ad ogni futura azione legale. Questa legge non riguarda solo le coppie dello stesso sesso, ma anche tutte le coppie eterosessuali non sposate ed è inaccettabile che ad entrambi i gruppi venga impedito di fornire una casa stabile ed accogliente ai molti bambini bisognodi affidati al nostro sistema di assistenza sociale».
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