Legge contro l'omofobia: domani il voto

Tra rinvii e ritardi (particolarmente apprezzati dal mondo cattolico che si è ritrovato l'intera estate per poter condurre una brutale campagna di disinformazione), domani la Camera si riunirà finalmente per discutere l'estensione della Legge Reale Mancino ai reati omofobi e transofobici. La seduta dovrebbe iniziare il voto sulle pregiudiziali di incostituzionalità (presentate da Pdl, Lega e Fratelli d'Italia) per poi proseguire con l'eventuale voto finale.
La giornata politica di domani, però, si preannuncia tesa anche per ben altri motivi: ci sarà il primo voto sulla decadenza da Senatore di Silvio Berlusconi ed è atteso un videomessaggio con cui il Cavaliere lancerà la nuova Forza Italia, autoproclamandosene leader indiscusso. C'è da domandarsi se queste tematiche avranno impatti sui lavori parlamentari e se le 20mila persone che ogni anni denunciano discriminazioni sulla base del proprio orientamento sessuale (e si parla solo delle denunce registrate da Gay Help Line) dovranno nuovamente attendere prima di veder affrontati i propri problemi.
Le incognite, però, non finiscono qui. Già prima dell'estete la norma era stata svuotata della sua efficacia
attraverso l'eliminazione delle aggravanti (una mossa che l'avrebbe dovuta far piacere al Pdl) e c'è da chiedersi se avrà effetto l'appello delle associazioni che chiedono l'eliminazione di quegli emendamenti che conferirebbero alla Chiesa una sorta di "diritto all'insulto" (a tal proposito è curioso notare come i testi degli emendamenti presentati dal Pd e dall'On. Binetti -membro dell'Opus Dei- siano pressoché identici, quasi fossero stati scritti dalla stessa mano).
Sempre dal Pd giunge anche la minaccia di un cambiamento del testo che, anziché parlare di «istigazione» ed «incitamento», potrebbe far riferimento ad un «aperto, univoco, concreto, incitamento alla violenza» (insomma, l'incitamento all'odio in sé non sarà sufficiente, ma dovrà essere molto, molto palese).
Ma il vero capolavoro è quello di Scelta Civica che, a fronte di una legge che dovrebbe tutelare contro l'omofobia, si è spinta a proporre un emendamento che conferirà ai datori di lavoro il permesso di licenziare i propri dipendenti gay se riterranno che la loro omosessualità sia in contrasto con i valori che l'azienda persegue.