Mostri e creature demoniache, tra mito e realtà


Manca una settimana esatta ad Halloween: proviamo dunque a prepararci all'evento attraverso il racconto di quattro tipologie di mostri che probabilmente incontreremo nel nel corso della notte più paurosa dell'anno. L'idea, però, è quella di abbandonare il lato più romanzesco o cinematografico dei miti, provando a ripercorrere teorie storiche o scientifiche che possano portare alla luce risvolti spesso sconosciuti.

Vampiri. Appare semplicistico relegare la figura dei vampiri alla sola fantasia letteraria. Di loro si sono occupati insigni esponenti di ogni epoca e persino Sant'Agostino scrisse un trattato intitolato "De cura pro mortuis" che spiegava come evitare che i morti potessero risvegliarsi dalla tomba per succhiare il sangue dei viventi. La Bibbia stessa, infatti, è intrisa di riferimenti ai poteri magici del sangue (fonte di vita) e ad ombre infernali che vorrebbero cibarsene. C'è addirittura chi fa risalire la nascita dei primo vampiro all'epoca in cui Adamo era ancora solo nell'Eden: il suo desiderio di un simile sarebbe stato così intendo da materializzare un'entità non vivente ma dotata di desideri umani, desiderosa di bere il sangue umano al fine di potersi materializzare.
Più concretamente, però, tali credenze si sarebbero sviluppate dall'impossibilità per l'uomo primitivo di comprendere gli effetti della rabbia, una malattia caratterizzata dal desiderio di mordere e di ricercare solitudine ed oscurità. Tale ipotesi spiegherebbe anche tutte le leggende nate riguardo alla modalità con cui i vampiri sarebbero in grado di tramutare i viventi in non-morti: la malattia, infatti, contagiava chi veniva morso.
Nonostante l'esistenza di spiegazioni razionali c'è chi non ha perso il fascino del mito e nel 1969 Ornella Volta si spinse fino a classificare ben cinquantadue specie diverse di vampiri nel suo volume intitolato "The Vampire". Secondo la sua ricostruzione, ogni specie sarebbe caratterizzata da peculiarità diverse: i vampiri russi e polacchi, ad esempio, si risveglierebbero a mezzogiorno per poi coricarsi entro mezzanotte e tra le loro attività vi sarebbe anche la sostituzione del cuore dei viventi con organi "infetti". In Mesopotamia, invece, si dice che vivano gli Ekimmu (spiriti malvagi di non ha ottenuto onori in vita), mentre a Malta il Penaggalan è caratterizzato dall'essere esclusivamente di sesso femminile.
Anche nella storia non mancano tracce di attività vampiresca, come l'epidemia che si dice sia scoppiata a Parigi nel 1732 e che portò l'esercito francese a decapitare tutti i cadaveri sepolti nel cimitero cittadino. Ad Hannover, invece, fu Fritz Haarman ad essere condannato a morte nel 1915 con l'accusa di essere un vampiro. La stessa sorte toccò nel 1931 a Peter Kuertner ("Il vampiro di Dusseldorf") e nel 1949 a John Haigh ("Il vampiro di Londra").
Ben più nota è invece la vita di Vlad Tepes, detto Drakul: un governatore cristiano che regnò in Transilvania tra il 1455 e il 1462. Soprannominato l'impalatore per il gusto che provava nel riservare quella sorte ai suoi nemici, condusse il suo popolo ad un'epoca di grandi guerre e violenze, in particolar modo contro i turchi che l'avevano imprigionato da bambino. È a lui che si è ispirato Bram Stoker nel dar vita al suo celebre romanzo intitolato "Dracula".

Fantasmi. Secondo lo spiritismo, i fantasmi non sono altro che anime di trapassati. Questa spiegazione prese molto piede nell'800 e all'inizio del '900 dando vita a fiorenti affari per i molti medium che si offrivano di mettere in comunicazione le persone con i loro cari ormai defunti. Oggi, invece, tale scienza preferisce spiegare quei fenomeni come manifestazioni inconsce di percezioni extrasensoriali.
Un'interessante teoria tende a considerarli come una sorta di "fotografia psichica", percettibile dai soggetti particolarmente sensibili ed impressa da fatti emozionalmente molto forti (il che spiegherebbe anche perché la maggior parte delle apparizioni riguarderebbe persone morte in modo violento, quindi in grado di lasciare un'impronta più forte). Tale teoria giustificherebbe anche i fenomeni di fantasmi capaci di fluttuare o di attraversare le pareti, dato che potrebbe essere stata lasciata su scale o porte che oggi non esistono più.

Zoombie. Il vodoo nacque dalla mescolanza di riti e tradizioni dei deportati africani nel nuovo mondo (appartenenti a razze diverse come Malgasci, Bantù, Mandinghi, Ibo, Yoruba e Dahomey) e tra le caratteristiche più terrificanti vi sarebbe stata la capacità di riportare in vita i morti. Gli stregoni chiedevano protezione al "Signore dei Cimiteri" prima di chiamare a sé il defunto che veniva disseppellito dalla sua tomba. Si dice che i corpi così rianimati potessero eseguire semplici compiti obbedendo ciecamente alla volontà di chi li aveva risvegliati.
Incapaci di avere una propria volontà, gli zoombie andavano nutriti per poter essere mantenuti nel loro stato di non-vita, facendo molta attenzione di non dar loro del sale (che li avrebbero portati a vendicarsi di chi li aveva strappati dal loro eterno riposo).
Più pragmaticamente, però, gli storici sono soliti ricondurre le leggende degli zoombie a semplici morti apparenti, nelle quali la vittima veniva considerata morta anche se poi la si vedeva "tornare in vita" dalla sua tomba.

Streghe. Non deve stupire se il sabba, il diabolico congresso delle streghe, veniva praticato attraverso una danza (così come la sua stessa etimologia sottolinea: il verbo greco sabathein, infatti, significa "danzare"). Il loro ballo in cerchio verso sinistra era chiamato "ridda" mentre quello in coppia era la "volta" (ed è tutt'ora considerato l'antenato del valzer). Fatto sta che ai tempi la danza (ancor più se particolarmente scatenata) era ritenuto indice di dissolutezza e a ciò si aggiungeva il fatto che la musica venisse suonata da un uomo che indossava una maschera da caprone (ben presto identificato dai cristiani come il diavolo in persona). L'origine di tali danze, però, derivava dagli antichi riti per la fertilità per l'abbondanza del raccolto: celebrati in onore di un dio dalle corna di animale che sin dall'alba dei tempi era identificato come il dio Pan.
La conversione di Costantino e l'imposizione del cristianesimo come religione dell'Impero non dissuasero molti contadini dal continuare a celebrare i vecchi riti pagani, tra i quali anche quelli in onore di Pan. La Chiesa iniziò a sovrapporre le feste cristiane a quelle pagane, ma sino all'anno Mille ben tollerò quelle credenze e bollò come una mera superstizione l'esistenza della magia nera.
Le cose cambiarono nel XII secolo, quando alcune sette eretiche misero in pericolo l'unità religiosa e si temette che i riti pre-cristiani potessero dar vita a nuove eresie: papa Alessandro IV decise così che le streghe andavano perseguite e uccise come eteriche. Nel 1484 Papa Innocenzo VIII calcò ulterioemente la mano attraverso una bolla pontificia che diede adito alle diffuse dicerie sul fatto che le streghe potessero lanciare malefici sugli uomini e sugli animali. Nel 1487, infine, il volume "Malleus Maleficarim" sancì che le streghe erano in grado di praticare la magia nera e che potevano stringere patti con il diavolo. Questo portò all'uccisione di milioni di persone nel corso di tre secoli, tutte bruciate sul rogo dopo confessioni estorte con la tortura.
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