Vittorio Feltri: «Basta che i gay stiano ad un metro di distanza da me e io sono soddisfatto»


Ieri pomeriggio Vittorio Feltri è stato ospite di Domenica In per commentare i fatti della settimana. Senza contraddittori particolari, il suo discorso ha ben presto preso una piega populista con proclami che vanno dal «le tasse rimangono tante ed oppressive» ad «abbiamo perso la nostra sovranità. L'Europa non ha alcun interesse che l'Italia vada bene».
Forse conoscendo l'età media dei telespettatori del programma, il direttore de Il Giornale si è anche affrettato a dichiarare: «Ci preoccupiamo di tutti... dei femminilicidi, degli omosessuali, di tutti... approviamo addirittura delle leggi ad hoc, ma dei vecchi non parla mai nessuno. Finiscono tutti allo ospizio o rapinati in casa, ma nessuno parla della violenza sugli anziani che è notevolissima. È un fenomeno che ti strappa il cuore». Ed è così che, dopo aver spiegato il perché della sua contrarietà alle norme contro la violenza sulle donne (bisogna pensare ai bambini e agli anziani) la discussione si è presto spostata sulla proposta di legge contro l'omofobia.
«Io trovo sbagliato -ha incalzato- che se prendo in giro un omosessuale vado in galera, se prendo in giro un eterosessuale nessuno dice niente. Perché questa discriminazione? Sono gli eterosessuali ad essere discriminati a questo punto, non più gli omosessuali».
Mara Venier è così intervenuta per precisare: «Non è che vai in galera se fai una battuta su un omosessuale». «Ho semplificato», ha ripreso Feltri, «Se tu dai un pugno ad un omosessuale è una cosa, se dai un pugno ad un eterosessuale è un'altra cosa. È meno grave? Ti sembra normale? Lo trovo una follia!».
Applausi in studio.
Inutile dire che un direttore di un quotidiano dovrebbe ben sapere che una semplificazione di quel tipo (ossia il sostituire la violenza fisica con quella verbale) dinnanzi ad un pubblico presumibilmente poco informato sull'argomento equivale a far passare un messaggio distorto e che più facilmente potrebbe sposarsi con i pericoli alla libertà d'opinione millantati da una parte dei cattolici. Così come dovrebbe ben sapere che difficilmente un eterosessuale rischia di essere picchiato per strada perché eterosessuale e che alcune categorie (etniche o religiose) sono tutelate da anni senza che nessuno abbia mai avuto nulla da ridire. Ma forse questi sono temi sui cui è meglio tacere se si vuol convincere il pubblico televisivo che quella sia un'ingiustizia che colpisce l'eterosessualità.
Non pago di quanto già detto, il parlare di Papa Francesco ha portato la Venirer a ricordare le sue parole riguardo all'impossibilità di giudicare un gay, alle quali Feltri ha prontamente risposto con un «Non mi sono mai premesso neppure io, senza essere papa, di criticare un omosessuale. Basta che stia ad un metro da me e io sono soddisfatto».
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