Bologna: il tribunale dei minori ha deciso di affidare una bimba ad una coppia gay


Con una sentenza storica, il Tribunale dei minori di Bologna ha deciso l'affidamento temporaneo di una bambina di tre anni ad una coppia gay.
Secondo la legge, infatti, l'obiettivo dell'affido è quello di tutelare il minore dinnanzi un contesto familiare particolarmente difficile, motivo per cui la loro custodia può essere affidata a coppie sposate, comunità familiari o anche single. I giudici hanno così ritenuto che due uomini -di mezza età e legati da un relazione lunga e consolidata- siano perfettamente in grado di assolvere al loro compito e di garantire benessere e serenità alla piccola. la scelta è caduta su di loro principalmente perché già legati alla piccola da un profondo affetto e da una lunga conoscenza.
In precedenza la Procura minorile di Bologna si era già espressa contro l'affidamento ai due uomini (adducendo motivazioni legate alle lacune procedurali che ne potrebbero derivare), motivo per cui non è da escludere che i pm possano scegliere di impugnare la sentenza.
«È sorprendente come in Italia i diritti vengano riconosciuti a colpi di sentenze -ha dichiarato Vincenzo Branà, presidente del Cassero- è la giustizia che ristabilisce un equilibrio che la politica non riesce a stabilire. Non è la prima volta che succede e questo tipo di sentenze dimostra che c'è un riconoscimento di un valore di familiarità per le coppie gay che la politica non è ancora in grado di riconoscere. Questa notizia è uno schiaffo vero e proprio alla politica, che si perde in dibattiti e non va avanti».
Immancabili sono giunte anche le prime polemiche. Il capogruppo bolognese della Lega Nord parla di «ennesima mannaia calata sulla famiglia e sui suoi valori: è un provvedimento che cancella duemila anni di storia, uno sgambetto che sa di ideologico», preannunciando «una raccolta firme».
Dello stesso avviso è anche Matteo Salvini, vice-segretario federale della Lega Nord, pronto a dichiarare: «È assurdo, pare davvero ci sia qualcuno che vuole un mondo alla rovescia. C'è qualcuno che vuole un mondo al contrario, ma io non mi arrendo: tradizione, identità e comunità sono il futuro». Ed ancora, Gianni Alemanno sentenzia che le «decisioni dei tribunali, insieme a delibere degli enti locali, rischiano di aggirare la potestà del Parlamento nazionale e persino quanto previsto dalla Costituzione. Le forze politiche e i gruppi parlamentari si devono responsabilizzare per evitare di ritrovarci tutti quanti in un'Italia diversa dalle nostre tradizioni culturali».
Curioso è come tutti i gruppi che hanno sempre sostenuto di volersi opporre ai diritti dei gay al solo fine di "tutelare" i bambini, ora siano pronti a dar vita ad una crociata che potrebbe strappare la piccola anche dalla sua "nuova" famiglia, facendola provare l'ennesimo trauma legato all'abbandono solo perché a loro non fa piacere che ad occuparsene possano essere due gay.
Dal canto suo la Regione ha tentato di smorzare le polemiche sul nascere: «Io guardo ai fatti -è la dichiarazione dell'assessore Teresa Marzocchi- c'è stata una presa in carico dei servizi sociali che hanno fatto una valutazione in merito e poi è stata fatta una valutazione di merito anche dai giudici. L'iter è stato corretto e a questo bisogna guardare».
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