La Corte europea di Strasburgo ha sancito che i gay non possono essere esclusi dalle unioni civili


La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha stabilito che, in tutti i Paesi dell'Unione Europea in cui siano previste unioni civili alternative al matrimonio, queste non possano essere negate alle persone dello stesso sesso. Da ora in poi, dunque, i quarantasette Stati del Consiglio d'Europa non potranno più escludere le coppie gay dalle eventuali unioni civili previste nel proprio ordinamento.
La decisione è giunta dopo l'esame di un ricorso presentato contro la Grecia che nel 2008 ha introdotto le unioni civili, regolamentandole però in base al cosiddetto "Patto di libera convivenza" (che, per l'appunto, escludeva da quell'istituto tutte le coppie formate da persone dello stesso sesso).
«La Grecia -si legge nella sentenza- recepisce le normative europee in fatto di unioni civili riconoscendo altresì alle coppie non sposate e ai single il diritto di procreare mediante inseminazione artificiale. Ai contraenti il patto sono riconosciuti pieni diritti sui beni acquisiti dopo l'avvenuta stipula. Esso regola inoltre altre questioni riguardanti la prole acquisita eventualmente nel corso del patto, gli alimenti a quest'ultima in caso di interruzione del patto e altre questioni ereditarie».
L'Italia resterà comunque esclusa dagli effetti di questa sentenza dato che attualmente non ha alcuna norma che riconosce o tutela le unioni civili o le coppie di fatto.
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