Il Partito Popolare svizzero chiede che nelle scuole sia vietato equiparare le relazioni gay a quelli etero


Le leggi russe contro la cosiddetta «propaganda gay» sui minori non vietano di parlare di omosessualità, ma impongono che le accezioni con cui lo si faccia siano solo ed esclusivamente negative.
Ed è proprio a quelle norme che pare ispirarsi una proposta presenta in Svizzera dal Partito Popolare, dal titolo "Protezione della sessualità nell'educazione infantile e primaria". Complici i centodiecimila cittadini che hanno sottoscritto il vergognoso documento, la nazione potrebbe presto essere chiamata alle urne per decidere se vietare che le relazioni tra persone dello stesso sesso siano presentati come «equivalenti» a quelle eterosessuali.
La proposta di legge -sostenuta anche da altri partiti democristiani e liberali- intende vietare l'educazione sessuale nelle scuole ai bambini di età inferiore ai nove anni, limitando l'accesso alle informazioni anche a quelli più grandi. In particolare si ritiene che la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili sia solo una «scusa» per un'informazione precoce, così come l'educazione al rispetto delle diversità sessuali viene bollata come un'«educazione sessuale ideologica».
Da segnalare è anche come la proposta non sia l'unica a minacciare i diritti della comunità gay svizzera. Lo scorso ottobre il governo elvetico ha appoggiato un'iniziativa volta a ridefinire il matrimonio come «la comunità di vita durevole e legalmente regolata tra un uomo e una donna», blindando la possibilità di accesso a quell'istituto da parte delle coppie dello stesso sesso (che, comunque, ad oggi non possono sposarsi, ndr). Insomma, sulla scia della Croazia, la Svizzera potrebbe divenire il primo paese dell'Europa occidentale ad inserire un esplicito divieto alle nozze gay all'interno della propria Costituzione.
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