Uganda: l'allenatore Chris Mubiru è stato arrestato con l'accusa di omosessualità


Chris Mubiru è un ex dirigente della Nazionale di calcio ugandese, sollevato dal suo incarico lo scorso anno in seguito ad alcuni scatti pubblicati dal quotidiano Red Pepper, nei quali so si accusava di aver avuto dei rapporti omosessuali con alcuni suoi giocatori.
Se l'attendibilità delle "accuse" non è mai stato dimostrato (soprattutto considerata la nota matrice omofobia del giornale in questione, già protagonista di altri episodi di incitamento all'odio sulla base di semplici sospetti), l'uomo è stato arrestato la scorsa domenica dalla polizia ugandese proprio con l'accusa di omosessualità.
La notizia del fermo è stata confermata anche portavoce della polizia ugandese, Judith Nabakooba, nonostante le forze dell'ordine appaiano tutt'ora alla ricerca di prove (perlomeno così appare visti gli appelli pubblici con cui si chiede ad eventuali "vittime" di farsi avanti per confermare le versione fornita dal tabloid).
Fin dal primo mento si è ipotizzato che l'intero caso fosse stato orchestrato «per creare uno scandalo "morale" all'interno della sportività, considerata un baluardo della mascolinità», soprattutto in vista del progetto di legge che avrebbe visto l'introduzione della pena di morte per qualsiasi atto omosessuale.
Quella legge è poi stata accantonata dopo le forti reazioni della comunità internazionali e c'è da chiedersi se la riapertura del caso sia casuale o se dietro ci sia la voglia di riaccendere gli animi della popolazione a fronte di un qualche doppio fine. Fatto sta che Mubiru dovrà ora affrontare un processo che potrebbe vederlo condannato a passare molti anni dietro alle sbarre, così come accade a qualunque ugandese abbia la colpa di non essere eterosessuale.
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