Ddl anti-omofobia: piazze contrapposte a Firenze


È Firenze, la prima città ad aver storicamente approvato una legge contro l'omofobia già secoli fa, ad aver fatto da scenario a due manifestazione contrapposte.
Da un lato c'era la Manif pour tous, il gruppo a cui Matteo Renzi ha affidato tra mille polemiche le chiavi di uno dei luoghi simbolo della città, dall'altra le associazione che difendono i diritti degli omosessuali.
Le rivendicazioni della Manif pour tous sono quelle di sempre: secondo loro è necessario «difendere i bambini» attraverso la bocciatura di una legge contro i reati d'odio omofobico dato che -a loro parere- il codice penale prevede già sufficienti tutele. Inutile a dirsi, la presenza in piazza di alcune associazioni cattoliche (come il Movimento per la vita, Scienza e vita o Regnum christi) sottolinei come quelle persone siano tutelate per motivi religiosi dalla legge Mancino, la stessa che non si vuole sia estesa anche ad altri gruppi. Forse non a caso fra gli striscioni non mancavano slogan che parevano voler condannare l'omosessualità in sé più che dibattere su questioni giuridiche.
Fra le loro fila anche alcuni volti noti del mondo politico, come Pier Ferdinando Casini (Udc), Carlo Giovanardi (Ncd), Marco Cellai (leader storico della destra fiorentina), Stefania Fuscagni (Forza Italia in Regione), Giuseppe Del Carlo (Udc), Jacopo Cellai (Fi in Comune) e Giuseppe Massai (consigliere provinciale Fi).
Nell'altra piazza i manifestanti per i diritti dei gay, che chiedevano la fine delle discriminazioni e pari dignità dinnanzi allo Stato. Un cartello ricordava "Pago le stesse tasse, voglio gli stessi diritti".
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