Giovanardi: «Penso che la maggioranza dei gay, a cui mi sento molto vicino, la pensi come me»


Il putiferio è iniziato quando Bruno Vespa ha annunciato la nuova puntata di Porta a Porta twittando: «Siete omosessuali, avete cercato di diventare etero e non ci siete riusciti? Stasera #portaaporta è fatta per voi?». Dato che una frase simile lascerebbe presumere che l'omosessualità sia vista come "modificabile", sul web p immediatamente impazzata le polemiche. Vespa si è difeso sostenendo di essere stato frainteso, ma forse anche in puntata non si è mostrato poi così gay-friendly quando ha scartato l'idea che l'Italia potrà mai avere il matrimonio egualitari dato che, a suo dire, «ovviamente ogni Paese ha le sue tradizioni».
Ma i riflettori erano puntati anche su Carlo Giovanardi, ormai ospite fisso di qualunque trasmissioni parli di omosessualità. Il Senatore ha esordito illustrando la sua curiosa visione della legge contro l'omofobia, sostenendo che «chi dice o propaganda elementi che loro ritengono discriminatori verrebbe condannato da uno a sei anni di carcere». Nel trattare l'argomento, invece, ha rispolverato tutti i suoi cavalli di battaglia, dal sostenere l'incostituzionalità dei matrimoni gay all'affermare che i gay dell'occidente costringono donne dei paesi più poveri a vendergli i propri figli (perché -a suo dire- i bambini da adottare sono pochissimi e le richieste tantissime... questo nonostante Avvenire abbia lanciato l'allarme opposto e i bambini che non trovano una famiglia parrebbero dimostrare il contrario).
Immancabilmente ha anche ribadito come l'unica proposta di regolamentazione delle unioni gay che ritiene accettabile sia quella da lui proposta, ossia dove «chiunque si mette con chiunque» attraverso atti notarili, evitando così di riconoscere l'affettività di una famiglia gay. Ovviamente è stato categorico nel sostenere che le discriminazioni verrebbero così annullate, pur affrettandosi ad aggiungere che cose come la reversibilità della pensione non devono neppure essere presi in considerazione (quelle devono rimanere privilegio dalle coppie eterosessuali sposate).
Ma è sul finire si è anche lanciato in un «penso che la maggioranza silenziosa degli omosessuali italiani, a cui mi sento molto vicino, la pensino come me e non come le associazioni. Ma voi pensate che tutti quelli delle marce gay, con le piume, con le penne e seminudi, rappresentino gli omosessuali italiani? C'è una stragrande maggioranza si gente seria che lavora, che vive la sua vita e che non ostenta e che anche, politicamente, non la pensa a favore del matrimonio».

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