Un prete denuncia l'esistenza di una «lobby gay» interna alla Chiesa Ortodossa russa
C'è sempre stata una certa difficoltà di dialogo fra le varie religioni, ma non quando di tratta di importare concetti utili ai propri scopi. Ed è così che i continui riferimenti ad una presunta «lobby gay» interna al Vaticano (un termine sufficientemente tenebroso da incutere timore ed alimentare l'omofobia) paiono aver ispirato Andrei Kuraev. Il prete ortodosso, infatti, ha lanciato dal proprio blog la denuncia dell'esistenza di una temibile «lobby gay» interna al patriarcato della Chiesa Ortodossa, con lo scopo di offrire protezione a gay e pedofili (ancora una volta accomunati in un'ottica tanto casa alle frange più omofobe della Russia, come i noti gruppi ultranazionalisti che utilizzano quella scusa per giustificare le loro vere e proprie ronde anti-gay).
L'ipotesi non manca di spiazzare chi osserva come il patriarcato abbia incessantemente alimentato l'omofobia della popolazione nel corso degli anni, appoggiando fortemente le norme contro la «propaganda omosessuale» sui minori e spingendosi sino a chiedere la reintroduzione del reato di omosessualità. Insomma, un panorama tutt'altro che gay-friendly in cui è difficile trovare spazio per una presunta lobby finalizzata a difenderne i diritti. Non a caso c'è chi chi ipotizza che l'intero discorso abbia esclusivamente una valenza politica nell'ottica di una lotta al potere, dove si vuol far leva sull'omofobia per ottenere consensi dalla popolazione di quella che pare ormai diventata la patria dell'omofobia.
Ed è così' che accuse di omosessualità e pedofilia rivolte ad altri sacerdoti potrebbe minare la leadership del patriarca Kirill, grande amico di Putin ma gradito a molti, in una battaglia in cui i consensi vengono guadagnati in una battaglia combattuta sulla pelle della comunità lgbt del Paese.