Nuovi proclami omofobi in Uganda e Gambia

Pare avanzare senza sosta l'ondata omofoba che ha investito il continente africano. Il ministro ugandese per l'etica e l'integrità morale, Simon Lokodo, annuncia che il presidente firmerà a giorni la legge che criminalizza l'omosessualità. «Non ci importa importa perdere il sostegno finanziario dei nostri partner -ha dichiarato- il popolo preferisce morire povero che vivere in una nazione immorale».
Poi, in un video pubblicato su un sito indipendente, ha aggiunto: «Noi siamo tolleranti, non li massacriamo». A suo parere, infatti, il mezzo milione di gay ugandesi che verrà perseguitato «potrà essere aiutato ad uscire da questa spiacevole situazione... sono come un tossicodipendenti. La tossicodipendenza non è una situazione innata, è acquisita. Ma possono essere cambiati e diventare migliori». Naturalmente «se si verrà scoperti a praticarla, si porterà in una cella».
Ancor più violento ed intollerabile è il pensiero espresso nel medesimo giorno dal presidente del Gambia, Yahya Jammeh, in occasione del 49° anniversario dell'indipendenza dalla Gran Bretagna: «Combatteremo questi parassiti -chiamati omosessuali o gay- allo stesso modo in cui stiamo combattendo le zanzare portatrici di malaria, se in modo più aggressivo». Ed è proprio facendo eco a quanto dichiarato dal politico ugandese ha aggiunto di non voler più ricevere aiuti internazionali se questo comporterà la richiesta di un rispetto verso i diritti degli omosessuali. «Non accetterà alcuna amicizia, aiuto o di qualsiasi altro gesto che è subordinato all'accettazione omosessuali o LGBT come vengono ora chiamati dai poteri che li promuovono -ha detto- Per quanto mi riguarda, LGBT può stare solo per Lebbra, Gonorrea, Batteri e Tubercolosi, che sono tutti dannosi per l'esistenza umana».