Silvio Berlusconi: «Toti mi ama, ma non siamo gay»
«Ho chiesto ad un mio amico di venire a darmi una mano, ha rinunciato ad uno stipendio altissimo come tutti quelli di Mediaset, si chiama Giovanni Toti. È venuto per amor mio, ma voglio precisare che non siamo due gay. Ti lascio, poi chiederò alle ragazze di Forza Silvio di venire a mettermi le mani addosso». È con queste parole che il pregiudicato Silvio Berlusconi è tornato a fare battute sui gay nel corso dei suoi comizi.
Inspiegabilmente tutt'ora a piede libero ed ancora insignito del titolo di Cavaliere nonostante la sua condanna definitiva nel processo Mediaset, Berlusconi ha suscitato l'ilarità della platea sarda alla semplice pronuncia dellaparola «gay», affermando ancora una volta che il vero uomo italiano sia quello che cerca le attenzioni fisiche di giovani ragazze pronte a concedersi al proprio leader quasi ottantenne.
Nel 2010 sostenne che è «meglio essere appassionati delle belle ragazze che gay», così come nel 2011 si definì al 25% lesbica. Pronto ad attribuirsi il "merito" di aver impedito qualsiasi riconoscimento giuridico per le coppie gay, è attraverso le sue battute che ad ogni campagna elettorale non manca di strizzare l'occhio ai più cittadini omofobi.